martedì 17 agosto 2010

Ma perchè giocate?

Spesso durante le testimonianze sui cantieri mi hanno chiesto che senso ha offrire pomeriggi di animazione a bambini a cui manca tutto o quasi, se non sia più utile rispondere prima ai loro bisogni materiali e poi proporre il gioco...

Una domanda a cui ho cercato sempre di rispondere parlando dei diversi bisogni, del diritto al gioco e ad essere bambini, ma in questi giorni di animazione al campo rom abbiamo davvero sperimentato tutto questo.


La piccola comunità rom dove facciamo servizio è una delle molte di Bar, è una specie di discarica a cielo aperto nella quale sorgono alcune baracche appena dietro un grande supermercato e un complesso di case per turisti. Ci arrivi percorrendo una stradina piccola e sterrata, se non la conosci non ci andresti mai, mano a mano che procedi è come se scendessi nella profondità dell'umanità, in uno dei tanti angoli dimenticati del mondo.

Appena arriviamo poche baracche escono molti bambini di tutte le età, i più grandi hanno in braccio i fratellini che non camminano ancora, ci stanno aspettando... è un anno che aspettano l'arrivo degli italiani... non vedono l'ora di cominciare a giocare e la sera quando torniamo a casa ci chiedono con insistenza a che ora torneremo il giorno successivo. Quelle due ore di giochi sono un momento di festa per grandi e piccini tutti partecipano come riescono, non importa se non si riescono a capire bene le regole o lo spazio non è adatto o non ci sono vincitori e vinci, si gioca e basta perché è bello giocare. E' in questi momenti che mi tornano in mente quelle domande... “A che cosa serve il gioco se non hai nient'altro?”. Sono loro a darmi la risposta: serve perché ti lascia vivere la tua infanzia ed essere il bambino che sei, perché ti puoi relazionare con i tuoi amici in un modo nuovo. Serve perché per quelle poche ore sai che un gruppo di ragazzi che vengono da lontano sono lì solo per te. Certo questo è solo un inizio, c'è bisogno di costruire molto di più, ma una piccola attenzione, un clima sereno possono essere basi significative, si comincia con poco con semplicità cominciando però a dare attenzione a chi di solito non ne ha.

miriam


Le foto sono state scattate da Eleonora Melzi

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