sabato 21 agosto 2010

andata e ritorno

Sabato 21 Agosto.
E' già passata una settimana dal ritorno a casa.
...che razza di velocità sembra aver preso il tempo dal 1 agosto, giorno della nostra partenza?!
15 giorni forse non sono tanti, ma non sono neanche pochi...alla fine è la metà di un mese, a Milano me ne accorgo del tempo che passa, in Moldova è stato un po' diverso; da una parte arrivata a venerdì sera sentivo addosso il peso di due settimane mai fermi, sempre sotto il sole, sempre con mille cose (anche se bellissime mille restano!) da fare... dall'altra la familiarità che ormai avevo con la gente, con il posto, con i modi di fare... lo stare bene insomma, che ti fa chiedere se hai davvero già voglia di tornare.
Domenica 16 all'aereoporto di Chisnau mentre partivamo (e pensavo che Alina e Costel insieme a Mara stavano guardando dalla terrazza l'aereo partire) ho "salutato" la Moldova in mezzo a queste due sensazioni contrastanti: da una parte la consapevolezza che era il momento di tornare, dall'altra l'impressione che il tempo fosse volato: se ci penso ho ancora il ricordo delle stelle di Coscalia la prima sera che siamo arrivati ed era già tutto buio. Quella sera avevo addosso una grande curiosita' e anche un po' di ansia. Quando siamo arrivati a Stefan Voda invece ero piu' tranquilla: seconda settimana di campo, gruppo di italiani e volontari che venivano con noi abbastanza affiatato, di certo realta' diversa da quellla che lasciavamo ma insomma...eravamo già in ballo. Di nuovo sabato mattina lsciando Stefan Voda le sensazioni erano diverse rispetto alla settimana prima; non si trattava di un passaggio ma della fine, del ritorno a casa.
Casa, Milano, Italia...chilometri e chilometri di spazio materiale e...anche un po' mentale da fare al contrario.
Da quando sono tornata mi hanno chiesto in molti di raccontare di questa esperienza. Certo ne sono contenta, ogni volta però quando certo di fare un riassunto che abbia un minimo di logica sento da sola che mi sto incasinando, che sto dimenticando qualcosa, che non lo sto spiegando come vorrei... sarà anche un problema mio ma per me raccontare è sempre la parte più difficile anche se sono la prima ad averne voglia, e infatti ci provo... ma magari mi viene da dare importanza a un dettaglio, o a una persona, a una situazione precisa, a una frase che mi è rimasta in mente...che effettivamente per chi non c'era non vuol dire molto.
Pazienza.
Alla fine, ne parlavo con un mio amico una di queste sere, è ovvio che non puoi far rivivere un'esperienza a qualcuno che non c'era: nemmeno il più esauriente dei racconti prenderà mai dentro tutto. E allora qual'è il punto? Forse il punto è che per raccontare qualcosa che hai vissuto e che ha lasciato dentro di te dei segni forti... non c'è bisogno di raccontare poi chissà cosa.
Qualche tempo fa ho letto la frase "le parole volano, gli esempi trascinano". Ecco il meccanismo è un po' lo stesso credo: i racconti sono belli, interessanti, divertenti, ma non devono diventare "tutto", anche perchè... alla fine cosa resta? Restiamo noi, e se le cose che facciamo non ci lasciano qualcosa vale davvero la pena di farle?
Una delle cose che mi è piaciuta di più in Moldova (spero di riuscire a spiegarmi bene perchè non mi viene semplice) è stato il fatto che un sacco di volte ho trovato in quello che facevo dei rimandi, delle provocazioni rispetto a quello che vivo tutti i giorni; non lo so magari un modo di fare, una situazione in cui ci trovavamo, una difficoltà, una cosa estremamente bella... ero lontanissima dalla mia vita quotidiana, per certi versi si può davvero dire che eravamo "in un altro mondo" eppure...molto spesso mi sono trovata a pensare senza farlo apposta a cosa centrava quello che stavo facendo con quello che vivo a casa, con le persone con cui ho a che fare, insomma mi è venuto in mente quello che mi ero lasciata indietro e che mi aspettava. Questi "flashback" non mi sono dispiaciuti, anzi.
Perchè alla fine la nostra vita è in Italia non in Moldova, e se queste due settimane fossero rimaste l'esperienza bella ma isolata, insomma la cosa "strana" dell'estate 2010 allora non lo so quanto mi sarebbero davvero servite, non so quanto sarebbe servito il fatto di andare e poi tornare.
Anche per questo ho aspettato prima di riscrivere su questo blog anche se se avevo voglia; l'ultima volta che l'ho fatto ero ancora al campo di Coscalia, come si suol dire "c'eravamo dentro in pieno"...questa settimana milanese l'ho presa un po' per ripensare a quello che abbiamo fatto, alle persone, ai compagni di viaggio, alle sensazioni provate e le idee maturate sotto un'altra luce, quella appunto del "cosa mi porto a casa".
Credo sia un casino ancora maggiore rispetto al raccontare cosa si è fatto tentare di spiegare a voce una roba del genere...ma non c'era mica una canzone che diceva qualcosa come "parlate con la vita e non con le parole" ?!
Il punto di questo post, e di quello che spero di aver portato a casa dalla Moldova,oltre che due settimane assolutamente belle e intense, forse può stare in queste parole. Anzi, speriamo ci stia.

La revedere

Francesca
(moldova 2)

2 commenti:

  1. Grazie per questa bella essperienza Fra! grazie a Caritas e Diaconia per ogni momenti passatti insieme a voi...Vi amoooooooooooo!!!
    Alina (Moldova)

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  2. Alina!! non ho visto il tuo post fino ad oggi... anche io ti ringrazio dei bei momenti passati a Stefan Voda e anche perchè adesso nella mia "quotidianità italiana" ci siete un po' anche voi! un abbraccio!
    (ps: smintina!!! che non so come si scrive!!)Fra

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