Georgia, 16 agosto 2010
E fu notte e fu mattina. Terzo giorno. Scegliamo lo stile di questo post odierno…ok…scelto! Va bene…lo diciamo anche a voi…abbiamo scelto il “times new roman”.
Dopo una sveglia poco movimentata ed un incontro programmato con il prete ma avvenuto senza, carichiamo i nostri effetti personali e partiamo alla volta di Arali fermandoci sulla strada per visitare luoghi assolati e caldi…sì…caldi…come dire…immaginate la giornata più calda che avete vissuto in Italia…al mare per esempio…togliete il mare e raddoppiate…vabbè…tanto “costa uguale”…triplicate la temperatura…ed otterrete vagamente un’idea approssimativa di quello che i nostri corpi hanno provato in quei della vecchia capitale della Georgia.
Abbiamo deciso di rinfrescarci…salendo sul pulmino per riprendere la via verso Arali…per rinfrescarci meglio…abbiamo finito l’acqua prima di partire, è partito il riscaldamento senza che noi lo volessimo ed abbiamo evitato di accendere l’aria condizionata perché…non so perché…anzi ci sovviene (perché Fabio se lo ricorda)…ma…non ve lo diciamo…tanto magari non è pertinente.
Giungiamo alla ridente cittadina che diede i natali a quel gran…statista conosciuto in tutti i libri di storia del diciannovesimo secolo studiati con alacre fervore da tutti gli studenti italiani che si apprestano ad affacciarsi sulla scena delle superiori: Stalin.
Ma…non ci fermiamo: “tiriamo diritto” verso un altro ameno luogo: una città scavata nella roccia.
Ripreso il cammino in auto…torniamo a Gori…ci fermiamo…finalmente…per comprare l’acqua.
Arriviamo ad Arali. Conosciamo padre Misha. Andiamo a mangiare dove sono alloggiate le ragazze del gruppo. Torniamo stanchi da Misha…parliamo…parliamo…parliamo…senza birra. Ah…dimenticavamo…la signora che ci ha preparato la cena si chiama Medico…ma è una cuoca perfetta!
venerdì 20 agosto 2010
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