giovedì 21 gennaio 2010

2tto

Lungi dal ritenerlo interessante, trattasi duno sperimento: Alnberto e Paolo provano a parlare (...) trascrivendo tutto quello che si dicono sulla tratta navale port Blair – Havelock.


Pasta del capitano: data astrale di Incredible !ndie 2010 01 20, nave stellare Silver Spring.




ALBERTO: È difficile scrivere di questi giorni. I festeggiamenti hanno preso il sopravvento su tutto&tutti; e forse è giusto che sia così.


PAOLO: Per me i primi giorni di un viaggio sono quelli in cui + mi colpisce l’intorno. Sull’aereo ero ancora dentro me (in me) e sbrodolavo un post sulla “velocità”. In sti giorni scriverei tutto quello ke vedo e ke mi sorprende, x’ mi assuefaccio sveltamente e tra una settimana la fogna a cielo aperto non mi lascerà lo stesso stupore.


A: Questo duetto somiglia ad una partita a scacchi, senza né vincitori né vinti, ma solo abili giocatori che tramano colle parole altrui.


P: Le mie parole sono mie.


A: Bene. Posso dormire?


P: Sì.


A: Si percepisce in giro un’aria di omologazione, soprattutto da parte dei giovani, ma anche gli adulti fanno la loro parte. Il modello “omologo”, un po’ come il brutto anatroccolo, è l’europeo in gita.


P: Mmm.. non parlerei di “tendenza all’omologazione” qua. Penso all’omologazione quando una società propone acriticamente modelli culturali esterni nella moda, nella fruizione televisiva, nella musica, nello sport. Addis che si divide ferocemente tra tifosi dello United e dell’Arsenal, i bosniaci che accolgono gli italiani cantando “Lasciatemi cantare”, i giovani tanzani che facevano hip hop.. Qua c’è una certa reinterpretazione, mi pare.


A: Sì, però per quanto riguarda la modernità, la tecnologia..


P: Anche se forse sono più evidenti nell’India continentale che nelle Andamane..


A: Questo ci porta al tema dell’Incredible !ndia: quante Indie ci sono? La tecnologia, l’omologazione, hanno a che fare solo con una piccola parte della popolazione, la maggior parte degli indiani vivono con costumi e tradizioni propri. Tutto qua ruota intorno a Port Blair, che invece brilla di luce propria: ha una sua storia, fatta di occupazione inglese e giapponese. Mentre le altre isole sono satelliti meno importanti e distanti. Basta percorrere pochi km e allontanarsi poco dalla città per avere prospettive e panorami altri. Silenzi e rumori diversi, suoni e colori.


P: Penso al sempreverde discorso sull’Africa, al cosa vuol dire essere stato in Africa, quando gli Stati al suo interno sono numerosi e tra loro diversissimi. L’India si sviluppa su un territorio più contenuto ma la popolazione è maggiore. Molte delle riflessioni provocatemi dalle Andamane si appoggerebbero su un confronto con l’India che non conosco. Tergiverso a dire di essere stato in India senza affrettarmi a precisare che son stato nelle Andamane. Se invece che qua fossi stato solo.. che so, a Calcutta, sarei tranquillo nel rispondere affermativamente a chi mi chiedesse se son stato in India. Qua siamo a 1200 km da Chennai e 300 dalla Thailandia..



A: Sarebbe interessante conoscere meglio l’India e capire dove va: queste Incredible !ndie hanno molte chiavi di lettura e vanno prese come una terapia a piccole dosi. Mi viene in mente una battuta che abbiam sentito in questi giorni da turisti che commentavano tra loro “Guarda, anche l’indigeno viene a prendere il caffè”. L’India si presta molto a letture superficiali & banalizzanti, soprattutto se si ha la pretesa, la fretta, in qualche caso la presunzione di capire tutto subito.


P: Anche se poi le prime esclamazioni spontanee son superficiali per forza di cose: il tempo aiuta ad andare in profondità.


A: Secondo me dalla nostra cultura italiana ci approcciamo superficialmente perchè stiamo perdendo una dimensione per me essenziale della vita: lo stupore, che vuol dire la capacità di mettersi con predisposizione ed umiltà in ascolto di ciò che ti sta succedendo, di ciò che ti accade.


P: Anche Martini insiste sull’importanza del non perdere la capacità di stupirsi. Mi viene in mente l’emozione di ieri, del trovarmi di fronte alle donne dei Self Help Groups: percepivo vivamente una situazione che definirei quasi di privilegio nell’incontrare.. no, nello sfiorare, nel condividere la presenza per qualche minuto con persone portatrici tanto lontane di fatiche loro, di loro idee di bellezza. Per dire solo due cose.


A: Quello che mi fa riflettere, condividendo il tema di questa bellezza, è come in questi fugaci incontri si possa materializzare l’anonimo obolo della vedova, nel senso che un gesto di solidarietà fatto nell’anonimato ha permesso a queste donne di realizzare alcuni sogni essenziali per la loro vita. Allora il grande senso di responsabilità che ci deve accompagnare essendo testimoni privilegiati di questo scambio. E quindi il dovere, l’impegno di fare da ponte, da ripetitore, antenna, tutto ciò che può servire a trasmettere, riprodurre in modo più autentico possibile, le sensazioni di questi incontri, queste apparizioni.


P: Per cui anche il blog. Quando ero lì e loro parlavano in hindi al traduttore, una delle Babilonie in cui mi perdevo era il chiedermi come loro ci vedessero. Oltre che provare a trarre dai pochi indizi di cui disponevo elementi della loro quotidianità.


A: Magari ci vedevano come i Re Magi, visto il periodo… Ma forse non è mica tanto una battuta.


P: Poi mi chiedo..


A: ..chi si leggerà mai questo post?


P: Eh, eh, però noi scriviamo per noi stessi..


A: Scrivi: “essendo fondamentalmente egoisti”.


P: Poi mi chiedo..


A: Sono tuoi questi occhiali? Sembrano un po’ da femmina!


P: In realtà non ricordo, però confermi di essere legato ad una classica divisione in 2 generi. Mi chiedo: incontri così brevi, dove noi arriviamo armati di taccuino, macchina fotografica e telecamera, come alberi di Natale..


A: ..per rimanere in tema coi Re Magi? Forse sarebbe meglio specificare che è una battuta…


P: No, è sarcasmo, se si specifica, lo scritto perde di ritmo ed è un po’ un sottovalutare il lettore


A: Siccome non vogliamo sottovalutare il lettore d’ora in poi non lo sottolineeremo più


P: Quello che mi chiedevo è: come trasmettere una sensazione, un incontro così breve come quello dell’altro giorno?


A: Certe volte ci si deve abituare alle sensazioni brevi. Vuoi che riusciamo a prendere l’acqua? Con questo nuvolone.. Mi sa che siamo arrivati.

6 commenti:

  1. Ciao Baldassarre! Saluta Melchiorre. Gaspare, che è rientrato in ufficio infreddolito dallo shock termico ve lo salutiamo noi.

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  2. bel post, INTERESSANTE (questo è un messaggio subliminale...chi deve intendere che intenda...siamo un po' tutti commentatori prezzolati), pregno di riflessioni profonde (soprattutto sull'effemminatezza di certi personaggi del desk asiatico)...

    A: ..chi si leggerà mai questo post?

    sì, no, ecco, cioè...bella domanda...

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  3. buu.. mai nessuno maveva dato del "personaggio del desk asiatico".

    http://www.youtube.com/watch?v=HeHxh5Z5LBk&feature=related

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  4. Primo il prezzemolo non appartiene alla nostra attuale cultura Thai e l'ultima volta che qualcuno da queste parti ha parlato di questioni subliminali (Paolo)si è visto passare un serpente di svariati e simpatici centimetri vicino ai propri piedi muniti di infradito alquanto affemminati...questo post sta creando pruriti interessanti alla terza parte che si sente tirato in ballo very interessante come esperimento scrivo così perchè è seduto di finco a me sulla panca...!E' stata lanciata la pro-vocazione e aspettiamo con simpatica attesa la sua risposta...
    Per evitare equivoci mi firmo Alberto Minoia

    ps mi hanno detto che di solito non si saluta dai post ciao comunque

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  5. che poi a me 'duetto' mi fa venire in mente solo il gorgonzola con il mascarpone, che non è che faccia proprio parte della mia attuale cultura beduina.

    coso, comunque sei il nostro personaggio PREFERITO del desk Asia! (così va meglio?)

    vista la fauna locale, aspetto fiduciosa il passaggio del cammello delle questioni subliminali...nienteniente che mi porta qualche cosa? (oro? incenso? mirra? interessanti documenti?)

    essì, dai post non si saluta e dai commenti dei post ancora meno, ma ciao comunque.

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  6. ... Girovagando nel "mondo di facebook", ho trovato questo sito della caritas, e ti ho riconosciuto, dal tuo sproloquio, che però ... a capirlo... sarebbe molto interessante! Ahahah ... :)

    ... Ma hai capito chi sonooo??!
    ... Parte della tua family! Ahahahahhah!

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