Il mio ultimo incontro con un blog di viaggio risale a due anni fa, durante l’estate passata in Siria. Assieme ad amici e compagni di università ne avevamo creato uno con le migliori intenzioni: raccontare il paese, descrivere le nostre impressioni, dare indicazioni ai ragazzi che volevano venire giù a studiare arabo. C’era anche chi parlava di fare reportage girando per il Medio Oriente.
Risultato: in oltre tre mesi non siamo andati oltre 9 post, scritti praticamente tutti nei primi dieci giorni. Senza nulla togliere a una memorabile descrizione degli interni dei bus damasceni, un mezzo fallimento.
E’ difficile vivere un’esperienza e allo stesso tempo raccontarla, oltre che farla comprendere a chi si trova a molti kilometri di distanza (anche le mail che mandavo a quel tempo risultavano ai più completamente sconclusionate). La pigrizia poi molto spesso ha il sopravvento..e poi, chi dopo un attacco di dissenteria ha voglia di mettersi a scrivere sul blog??
Però. Però poi ho riletto quelle poche righe che abbiamo lasciato ai posteri. Mi hanno riportato alla mente frammenti importanti di quell’esperienza, come l’acquario sopra il monitor del pc nell’internet cafè di fiducia, o l’insegna di un parrucchiere con la foto di Nek come testimonial. E i commenti ai post, perlopiù di insulti, mi hanno ricordato che qualcuno le nostre castronerie le leggeva davvero.
Posso partire da qui. Nel senso che dal 19 di ottobre sarò di nuovo in Medio Oriente, destinazione Amman. Ma qualcosa la si scriverà. Se poi qualcuno avrà anche la sfortuna di leggerla, questo è un altro discorso.
Davide
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