venerdì 30 ottobre 2009
News dal Libano
Ciao a tutti ragazzi, mi dispiace non aver scritto prima, ma sono in serie difficoltà con il blog. Ma non si poteva trovare qualcosa di più semplice???
giovedì 29 ottobre 2009
El Corte del Pelo
Una volta battezzati, ai bambini boliviani non vengono tagliati i capelli ( el pelo) fino al primo anno di vita.
E’ stato compito di Padre Sergio, padrino della bellissima Barbara, di scegliere le migliore ciocche da mettere in vendita ai presenti.
C’eravamo noi, l’abuela di Barbara ( la nonna! ), la tia ( la zia), Martina, il papà Feliz, la mamma Irene, la segretaria Tania, Ivo e naturalmente il padrino Sergio.
La quinta e la sesta ciocca sono state nostre in cambio di un’offerta in bolivianos per Barbara!
Una volta completata l’opera Barbara ha aperto i suoi regali e noi abbiamo fatto una buona merenda con le torte di Irene.
Il risultato non è stato dei migliori ma finalmente Barbarà non soffrirà più di caldo! Qui in Bolivia inizia l’estate.. e la povera Barbarita ha aspettato fino ai due anni per il primo taglio.. che liberazione!
Permesso di soggiorno: episodio 1
Non so come si stiano ritrovando gli altri SCE con la burocrazia dei Paesi in cui sono ospiti, ma noi ci siamo già entrate in pieno: viste le esperienze piene di problemi dei volontari che ci hanno preceduto, abbiamo deciso di intraprendere subito il nostro lungo cammino insidioso alla conquista del permesso di soggiorno (tanto da rinunciare oggi alla nostra prima visita all’Appartamento sociale di Orhei, fulcro del nostro lavoro di volontarie presso il partner locale Diaconia).
Per ogni straniero intenzionato a soggiornare nel paese per più di 90 giorni, una volta superato il controllo in aeroporto e ottenuto il timbro del visto sul passaporto, ha inizio un conto alla rovescia: si hanno 60 giorni di tempo per preparare una lista chilometrica (vi risparmio l’elenco…) di documenti di varia natura. Si potrebbe pensare: bè, ma ti danno due mesi di tempo per prepararli! E invece, è proprio lì che sta il tranello: illudersi che di tempo ce n’è a sufficienza e che i funzionari siano lì pronti ad aspettare te per agevolarti nella trafila.
Difatti, abbiamo trascorso le tre ultime giornate di servizio in ospedale, a confonderci tra lunghi corridoi, piani, scale, e fare visita (più che farci visitare) da fisiatri, radiologi, psicologi, ginecologi, neurologi, dermatologi, infettivologi, per giungere alla fine al “grande capo” che fuma in ospedale e ha un arredamento completo (inclusa tv, divano, tappeto e arazzo sul muro) nel suo studio. In fin dei conti, possiamo dire di aver fatto un check up completo e una bella immersione nella sanità “made in Moldova”!
Scopriamo così che in Moldova sono dei grandi appassionati di timbri, di passaggi di soldi “sottobanco”, di allegri scavallamenti di code, della varietà più disparata di analisi cliniche (qui devi farla a comando!), di ogni genere di incartamenti svolazzanti tenuti insieme con la colla stick, di pezzettini microscopici di cotone idrofilo che dovrebbero bastare a tamponare bucherellamenti vari e di pulizie a ripetizione effettuate con tanto di slalom dello straccio malconcio. Ma scopriamo anche quanto tutti siano desiderosi di sapere cosa ci facciamo qui, di mostrare la loro conoscenza dell’Italia e dell’italiano, mentre noi italiani nemmeno sappiamo dove sia la Moldova.
martedì 27 ottobre 2009
Shock culturali
Supponete di dover attraversare il deserto giordano. Supponete di farlo con la macchina di un collega giordano. Supponete che il collega giordano voglia allietare l'infinito viaggio attraverso il nulla con della musica.
Fatto?
Ecco, ora supponete che, dopo i Backstreet Boys e i Metallica, dallo stereo esca un 'pappaparapappaparapappaparapappà' familiare. E poi 'DORMIRE'. Pappaparapappaparapappaparapappà. 'SALUTARE'. pappaparapappaparapappaparapappà.
Ecco, io, al GiocaJouer, in pieno deserto giordano, non ci ero mica preparata.
Fatto?
Ecco, ora supponete che, dopo i Backstreet Boys e i Metallica, dallo stereo esca un 'pappaparapappaparapappaparapappà' familiare. E poi 'DORMIRE'. Pappaparapappaparapappaparapappà. 'SALUTARE'. pappaparapappaparapappaparapappà.
Ecco, io, al GiocaJouer, in pieno deserto giordano, non ci ero mica preparata.
sabato 24 ottobre 2009
QUALE IMPRESA!!!!
...e che ansia!!!!
Tutti avete scritto tanto, noi abbiamo accumuli di storie incredibili da raccontarvi e zero connessione e zero tempo...... COME FACCIAMO (in queste maledette tastiere francesi non esiste il punto interrogativo!!!!!! ... vorremmo tanto metterlo, ma non lo troviamo..... UFF!!!)
Comunque: in attesa di arrivare a domani (soprattutto) e all'internet point, vi diciamo che siamo finalmente a Kindu, che stiamo bene, che sono due giorni che cerchiamo di pulire casa (ben 20 mq), senza pero' averla vinta su terra e zanzare......
Qui tanto caldo, tanto nero (BUIE le notti africane...), ma, come era indubbio, TANTO TANTO RIDERE!!!!!!!
Domani prima traversata del fiume Congo in piroga.... FIGHISSIMO!!!
Speriamo di farvi sapere e vedere presto...
Intanto Buona Giornata ( o Buona Notte)
Tre testate (tipico saluto congolese, da quello che abbiamo capito)
Ve volemo bene!!!
Marias e il buon Maffi
Tutti avete scritto tanto, noi abbiamo accumuli di storie incredibili da raccontarvi e zero connessione e zero tempo...... COME FACCIAMO (in queste maledette tastiere francesi non esiste il punto interrogativo!!!!!! ... vorremmo tanto metterlo, ma non lo troviamo..... UFF!!!)
Comunque: in attesa di arrivare a domani (soprattutto) e all'internet point, vi diciamo che siamo finalmente a Kindu, che stiamo bene, che sono due giorni che cerchiamo di pulire casa (ben 20 mq), senza pero' averla vinta su terra e zanzare......
Qui tanto caldo, tanto nero (BUIE le notti africane...), ma, come era indubbio, TANTO TANTO RIDERE!!!!!!!
Domani prima traversata del fiume Congo in piroga.... FIGHISSIMO!!!
Speriamo di farvi sapere e vedere presto...
Intanto Buona Giornata ( o Buona Notte)
Tre testate (tipico saluto congolese, da quello che abbiamo capito)
Ve volemo bene!!!
Marias e il buon Maffi
venerdì 23 ottobre 2009
Prima cena! Pollo con Yucca e chayote!
All'aereoporto di Malpensa c'era tanta gente,
amici, fidanzati, genitori..
Saluti e auguri a tutti e poi via!
Pensavi, sull'aereo, di avere finalmente un pò di tempo per realizzare che stai lasciando un mondo per un anno intero..
Ma è impossibile: si chiacchiera col vicino di posto ( chi più chi meno, vero Fra?:), si guardano i film proiettati per animare il viaggio del passeggero, si legge, si guarda il tramonto fuori dal finestrino (finalmente!! Dopo 16 ore di sole anche per noi arriva la sera!) si dorme..
Poi si arriva!
Un bagno turco ci accoglie!
E' l'aria di Managua!
Primo segno..ma dove siamo?
All'aereoporto c'è Don Reinaldo ad aspettarci.. con semplicità prende le valige, le carica su un camioncino, ci porta a casa!
Casa!
Poco il tempo per guardarsi intorno, notare con qualche residuo di sorpresa che il "dentro casa" e il patio sono separati solo da una persiana di paglia.. decidere che stanza prende chi e fiondarsi a letto.....Qui sono le nove de la tarde ma in Italia sono le cinque del mattino, un pò di stanchezza si sente!
Dopo poche ore giunge il giorno, colazione, lava i panni del viaggio, a mano..wowowow..qualche mail a casa e tuffo in giro a Managua per le varie commissioni pratiche!
Col taxi son risate, quattro straniere, appetitosi polli da spennare!!
Ma grazie a Elisa, ex sce in Nicaragua qui con noi per un pò, impariamo subito l'arte della contrattazione!
Quello che succede dopo è un bagno di colori.
Il Nicaragua ha i colori dei pappagalli..ovunque, case, autobus, mototaxi..
Fuori dal finestrino immagini che avevi visto solo nei libri, e poi quelle foglie giganti.. su cui puoi quasi sdraiarti..
Si comincia a capire dove siamo..ma non lo diciamo troppo ad alta voce..
Il giorno dopo ci aspetta Nueva Vida..
Ce ne hanno parlato tanto nei giorni di formazione, è un quartiere alla periferia della capitale, sorto sulla riva del lago di Managua, per accogliere gli sfollati in seguito all'uragano Mitch..
Finalmente ci siamo arrivate, l'abbiamo vista.. ma è presto per descriverla..
Tengo in mente il proverbio maya raccontatoci da Davide in quel primo giorno di formazione, quando del Nicaragua conoscevo solo la collocazione geografica e un pò di storia..
..Sono stato un mese in America Latina, ho capito molte cose!
Ci sono stato un anno, ho capito ancora più cose!
Ci ho vissuto una vita intera..
non ho capito niente..
E noi?
Per ora ci accontentiamo di capire la lingua!!
Che non è poco!
Vero Moldove? ;)
Il trolleybus
Oggi è stata una giornata importante. O meglio, è stata una giornata normalissima, ma, proprio per questo, significativa per me e Mara. Elisa era fuori Chisinau e per la prima volta ci siamo dovute muovere da sole in questa città ancora così sconosciuta.
Andare in ufficio è probabilmente la cosa più facile del mondo (la fermata è appena dopo una rotonda gigantesca, se non ti addormenti non puoi proprio non vederla), ma il fatto di muoversi in mezzo a tanta gente che parla una lingua, anzi due, che proprio non conosci mette un po’ di tensione. Appena salite sul trolleybus, la bigliettaia si avvicina come sempre.
Io: “Doua” e per sicurezza sollevo anche indice e medio (non sono per nulla certa della mia pronuncia anche se ho angosciato Elisa per 10 minuti per impararlo bene)
Lei: “pokfalkshfnlkcfoac wsjehnfnl dllanwdu, va rog”
Io: (e adesso che faccio?!? Che ha detto? Non sono pronta! ) “Doua bilete” (non sono certa che biglietto si dica così, ma tanto vale provare)
In quel momento si avvicina anche Mara e indica (col santo dito che è diventato indispensabile per indicare ciò che non sappiamo come dire, quindi praticamente tutto) che i biglietti sono per noi due.
Questo risolve i dubbi della bigliettaia che ci porge i biglietti e ci liquida con uno sguardo un po’ scocciato. Ma a noi non importa, possiamo andare in ufficio!!!
Chiara e Mara
Andare in ufficio è probabilmente la cosa più facile del mondo (la fermata è appena dopo una rotonda gigantesca, se non ti addormenti non puoi proprio non vederla), ma il fatto di muoversi in mezzo a tanta gente che parla una lingua, anzi due, che proprio non conosci mette un po’ di tensione. Appena salite sul trolleybus, la bigliettaia si avvicina come sempre.
Io: “Doua” e per sicurezza sollevo anche indice e medio (non sono per nulla certa della mia pronuncia anche se ho angosciato Elisa per 10 minuti per impararlo bene)
Lei: “pokfalkshfnlkcfoac wsjehnfnl dllanwdu, va rog”
Io: (e adesso che faccio?!? Che ha detto? Non sono pronta! ) “Doua bilete” (non sono certa che biglietto si dica così, ma tanto vale provare)
In quel momento si avvicina anche Mara e indica (col santo dito che è diventato indispensabile per indicare ciò che non sappiamo come dire, quindi praticamente tutto) che i biglietti sono per noi due.
Questo risolve i dubbi della bigliettaia che ci porge i biglietti e ci liquida con uno sguardo un po’ scocciato. Ma a noi non importa, possiamo andare in ufficio!!!
Chiara e Mara
Dal letame nascono i fior...
Secondo giorno di lavoro e primo giro nel barrio Nueva Vida...
Fango, case di lamiera circondate dalla chureca (discarica), odori della fogna a cielo aperto che ti prendono lo stomaco...La pobreza ti si para davanti senza alcuna mediazione: è forte, forte davvero, la prima immagine di Nueva Vida...
Entriamo nel cortile di una casa per parlare con una madre del progetto Lactancia Materna, che si occupa di bambini 0-3 anni con seri problemi di denutrizione. La casa è poverissima, ma c'è una cosa che mi colpisce: accanto al cancelletto d'ingresso è appesa una mezza bottiglia di plastica, con dentro della terra e qualche fiore boccheggiante per il caldo...e penso a come sia un piccolo segnale del desiderio di mantenere una dignità, di rendere la propria casa accogliente anche se vivi a un passo dalla discarica e non hai nulla, nemmeno i soldi per dar da mangiare ai tuoi figli...
Elisa ci ha detto che è importante notare queste piccole cose: è importante per te, per non lasciarti sopraffare da quello che hai intorno; è importante per le donne, perchè si sentono valorizzate nel loro impegno e forse la loro (in genere bassissima) autostima guadagna qualche punto...
Lo so, mi è uscito un post pesantuccio...scusatemi, ma mi sembrava una cosa bella da condividere...
In realtà ci sono successe anche un sacco di cose divertenti!
Ve ne racconto solo una: l'altro giorno siamo andate in banca ad aprire un conto a nome mio. A un certo punto l'impiegata ci chiede chi deve scrivere come beneficiario; diamo il nome dell'altra Francesca e Elisa ci spiega:
"così nel caso in cui tu fossi malata lei può venire a prelevare"
E l'impiegata, tranquillissima:
"no, non in caso di malattia: se tu muori lei può venire a ritirare tutto..."
Evvai! Beh, la situazione era un pò macabra, però ci siamo fatte una bella risata!
Ciao SCE...a presto e buon cammino!
mercoledì 21 ottobre 2009
"Baba, ci sono gli immigrati!"
Shabab, abbiamo l'onore del primo post dall'estero!!
Si potrebbe partire da questo, dal figlio di 6 anni del nostro padrone di casa, che vedendoci arrivare dalla strada grida alla famiglia "baba, al muhajiriin!" (papa', ci sono gli immigrati!). Ora, chiunque in Italia si sarebbe un po' imbarazzato a ricevere un appellativo simile; noi, invece, sotto sotto siamo molto contenti di non esser stati ancora considerati degli ajnabi (stranieri).
L'avventura è cominciata molto presto. Forse prima del previsto, se consideriamo che la nostra cara Sce 2009 Sara ci ha raggiunto con un ritardo di 24ore. Risultato: ad attenderci all'aeroporto di Amman abbiamo trovato un "omino" di nome Farah, ora nostro collega. Immaginatevi 100 kg di uomo montati su 1,80m che, alle 3 del mattino, cerca di farsi riconoscere tenendo in mano un microscopico biglietto da visita col logo Caritas. Allo stesso modo, anche la casa Caritas è immensa (ci vuole un megafono per comunicare da una parte all'altra). E, prese le misure con la casa, adesso cominciamo a prenderle anche con il lavoro che ci aspetta. Con calma, senza fretta. Molto alla giordana.
Se a Roma si fa come i romani, ad Amman si fa come gli ammaniti.
A presto,
Marta e Davide (e Sara)
P.S. Un in bocca al lupo a tutti gli Sce, aspettiamo vostre news!!
venerdì 16 ottobre 2009
PARTENZA
Ciao a tutti,
sono in partenza per il Libano. Lavorerò in un campo profughi palestinese. Ancora non me ne rendo conto. Sto per toccare con mano e stabilire un contatto diretto con luoghi, personaggi e tematiche che mi hanno tanto appassionata, e anche travolta. VOGLIO CAPIRE quello che ho letto e studiato (sono reduce di una tesi sulla guerra civile libanese 1975-90!). E poi non vedo l’ora di lasciarmi affascinare e stupire dai sottili meccanismi e dalla ferrea logica della lingua araba.
Ma non sono solo le passioni che mi porto in valigia. Ci infilo anche tante speranze. Come la speranza che l’esperienza in una periferia, in una situazione di estremo disagio, possa servire a liberarmi dalle mie schiavitù mentali. O la speranza che, dopo tanta teoria, possa realizzare qualcosina di più concreto.
….questa è la mia partenza emotiva!
sono in partenza per il Libano. Lavorerò in un campo profughi palestinese. Ancora non me ne rendo conto. Sto per toccare con mano e stabilire un contatto diretto con luoghi, personaggi e tematiche che mi hanno tanto appassionata, e anche travolta. VOGLIO CAPIRE quello che ho letto e studiato (sono reduce di una tesi sulla guerra civile libanese 1975-90!). E poi non vedo l’ora di lasciarmi affascinare e stupire dai sottili meccanismi e dalla ferrea logica della lingua araba.
Ma non sono solo le passioni che mi porto in valigia. Ci infilo anche tante speranze. Come la speranza che l’esperienza in una periferia, in una situazione di estremo disagio, possa servire a liberarmi dalle mie schiavitù mentali. O la speranza che, dopo tanta teoria, possa realizzare qualcosina di più concreto.
….questa è la mia partenza emotiva!
Ciao a tutti,
sono Maria Chiara, una delle due volontarie in partenza per il Libano. Sarò impegnata in un progetto che coinvolge adolescenti ed anziani nel campo profughi palestinese di Dbaye, a nord di Beirut, e cercherò di dare il massimo.
Nella promessa di scrivere spesso per raccontarvi alcuni episodi e dettagli della mia avventura, vi saluto tutti.
sono Maria Chiara, una delle due volontarie in partenza per il Libano. Sarò impegnata in un progetto che coinvolge adolescenti ed anziani nel campo profughi palestinese di Dbaye, a nord di Beirut, e cercherò di dare il massimo.
Nella promessa di scrivere spesso per raccontarvi alcuni episodi e dettagli della mia avventura, vi saluto tutti.
Me medesimo
Giorgio Brizzi
Età: 27
Sesso: Maschio
Segno zodiacale: Vergine
Professione: servizio civile all’estero
Ubicazione: Nairobi, Kenya
Studi effettuati: laurea triennale in “scienze criminologiche per la sicurezza e il controllo sociale”
Preferenze musicali: Pearl jam, Alice in chains , Soundgarden, Stone Temple Pilots, Led Zeppelin Deep Purple, Jethro Tull, Bob Dylan , Phil Ochs, Leonard Cohen, Van Morrison , Tom Waits , J.B. Bach, The Smiths, De andrè….
Sport praticati: 11 anni di pallacanestro.
Preferenze culinarie: spaghetti allo scoglio, carbonara, gnocchi alla sorrentina, pizza, pollo agli agrumi, torta Sacher.
Preferenze letterarie:Tomas Mann, William Blake, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Jules Verne, Philip Dick, Stefano Benni, Valerio Evangelisti, Arturo Perez Reverte.
Preferenze filosofiche:J.P. Satre, Bertrand Russel, Immanuel Kant, Platone, Socrate.
Cosa mi piace: il sole
Cosa non mi piace: mah…bò… dipende
Età: 27
Sesso: Maschio
Segno zodiacale: Vergine
Professione: servizio civile all’estero
Ubicazione: Nairobi, Kenya
Studi effettuati: laurea triennale in “scienze criminologiche per la sicurezza e il controllo sociale”
Preferenze musicali: Pearl jam, Alice in chains , Soundgarden, Stone Temple Pilots, Led Zeppelin Deep Purple, Jethro Tull, Bob Dylan , Phil Ochs, Leonard Cohen, Van Morrison , Tom Waits , J.B. Bach, The Smiths, De andrè….
Sport praticati: 11 anni di pallacanestro.
Preferenze culinarie: spaghetti allo scoglio, carbonara, gnocchi alla sorrentina, pizza, pollo agli agrumi, torta Sacher.
Preferenze letterarie:Tomas Mann, William Blake, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Jules Verne, Philip Dick, Stefano Benni, Valerio Evangelisti, Arturo Perez Reverte.
Preferenze filosofiche:J.P. Satre, Bertrand Russel, Immanuel Kant, Platone, Socrate.
Cosa mi piace: il sole
Cosa non mi piace: mah…bò… dipende
Hola amigos!
Hola amigos!
Cari amici vi stringo la mano:
sono Francesca e vengo da Basiano!
Mi presento un pochino, giusto per dirvi chi sono
E farvi capire in due parole
ciò che amo e che non amo.
La noia è la più grande nemica che ho,
per questo cerco di fare di tutto e un po’
Mi piace stare con gli altri, mi piace la gente,
trovo che ognuno ha un non so chè di divertente!
Mi piace cantare, mi piace sognare,
suono la chitarra ma non so per nulla ballare!
La mia più grande passione? il caffè!
Ne berrei veramente fino a quando ce n’è…
Seconda in classifica metterei la lettura:
libri seri, giocosi, di qualunque tipo o misura.
E infine amo decisamente il viaggiare:
per me è impressionante il fascino di andare…
partire, scoprire, vedere, toccare
andare lontano per poi anche tornare.
Ci sono un sacco di cose, poi, che mi fanno arrabbiare
Per esempio l’arroganza di chi si crede superiore…
Non mi piace chi va di fretta e non ha tempo da dedicare
Credo che il mondo sia troppo vasto per lasciarselo scappare!
Ci sarebbe ora la parte di tutti i miei difetti…
Ma lasciamoli perdere, neanche voi siete perfetti!
Mi concentro sul mio viaggio e penso al Nicaragua
Ai profumi, ai sapori, alla gente di Managua…
Provo a spaziare col pensiero e la fantasia
Parto davvero contenta e quello che deve essere sia!
Cari amici vi stringo la mano:
sono Francesca e vengo da Basiano!
Mi presento un pochino, giusto per dirvi chi sono
E farvi capire in due parole
ciò che amo e che non amo.
La noia è la più grande nemica che ho,
per questo cerco di fare di tutto e un po’
Mi piace stare con gli altri, mi piace la gente,
trovo che ognuno ha un non so chè di divertente!
Mi piace cantare, mi piace sognare,
suono la chitarra ma non so per nulla ballare!
La mia più grande passione? il caffè!
Ne berrei veramente fino a quando ce n’è…
Seconda in classifica metterei la lettura:
libri seri, giocosi, di qualunque tipo o misura.
E infine amo decisamente il viaggiare:
per me è impressionante il fascino di andare…
partire, scoprire, vedere, toccare
andare lontano per poi anche tornare.
Ci sono un sacco di cose, poi, che mi fanno arrabbiare
Per esempio l’arroganza di chi si crede superiore…
Non mi piace chi va di fretta e non ha tempo da dedicare
Credo che il mondo sia troppo vasto per lasciarselo scappare!
Ci sarebbe ora la parte di tutti i miei difetti…
Ma lasciamoli perdere, neanche voi siete perfetti!
Mi concentro sul mio viaggio e penso al Nicaragua
Ai profumi, ai sapori, alla gente di Managua…
Provo a spaziare col pensiero e la fantasia
Parto davvero contenta e quello che deve essere sia!
Terra!!!
Chi sono? Desirèe, per gli amici desy o desuska..
Dove vado? Alla scoperta del nuovo mondo.
Che già una volta fu scoperto ma necessita di essere scoperto ancora!
Destinazione El guis, Nueva vida!
Perchè? ... eeeeh..ma che domanda!
Si sa no? No!! Ma credo, essenzialmente, per riempire la valigia..con quella, poi, ci vai dappertutto.
Dove vado? Alla scoperta del nuovo mondo.
Che già una volta fu scoperto ma necessita di essere scoperto ancora!
Destinazione El guis, Nueva vida!
Perchè? ... eeeeh..ma che domanda!
Si sa no? No!! Ma credo, essenzialmente, per riempire la valigia..con quella, poi, ci vai dappertutto.
Eccomi! Francesca intervista Francesca.
Nome: Francesca
Cognome: Pozzoli
Età: 23
Segno zodiacale: Ariete
Alter Ego: Clown Polpetta
Professione: Bella domanda… al momento direi… SCE!
Colore preferito: Rosso
Una parola che dici spesso: Accipicchia!
Una frase che ti descrive: “Infondo sono solo una marionetta sentimentale” (Charlie Chaplin)
Qualità: Vitale, schietta, positiva
Difetti: Permalosa, perfettina
Cose che ti piacciono: Le tagliatelle della nonna, il gelato al torroncino, le giornate di sole, pattinare al parco, il mare, le vacanze in campeggio, fare teatro, De Andrè, i Modena City Ramblers, i manga, le serate stupide e le chiacchiere serie con gli amici…
Cose che non ti piacciono: il pesce che sa di pesce, i posti “pettinati”, la metropolitana alle 8 di mattina, l’inverno milanese, la televisione (a parte qualcosina)…
La partenza si avvicina…come ti senti?
L’altro giorno pensavo che fra poco sarò dall’altra parte del mondo e, accipicchia, è difficile anche solo immaginarsi dove sia questo “dall’altra parte del mondo”… mi manca la percezione della distanza, so solo che io così lontano non ci sono mai andata… È un bel salto, fa un po’ paura… C’è entusiasmo, anche, c’è tanta voglia di scoprire, di conoscere, di sentire più vicino quello che da qui sembra infinitamente, troppo “lì”. Ragazzi, statemi dietro…ho la sensazione che ne vedremo di tutti i colori… anche di belle, spero!
Ma tu…perché sei qui?
Mi viene in mente il mio terzo cantiere in Bulgaria, agosto 2007… Ci tornavo dopo due anni. Il secondo giorno, duranti un’attività con i bambini, la ragazza con cui stavo lavorando, con la quale parlavo sempre in inglese, si volta verso di me e inizia tranquillamente a dirmi qualcosa in bulgaro… con tutta la mia buona volontà non capisco comunque nulla e la guardo un po’ stranita, alche lei se ne rende conto e, dopo una bella risata, mi dice in inglese: “Scusa, a volte mi sembra che tu sia sempre stata qui”. Sul momento mi sono emozionata parecchio e in seguito ci ho ripensato spesso… ho riflettuto su quanto poco costasse a me essere lì, semplicemente essere lì con loro, e quanto invece per loro fosse importante avermi lì a Rakovsky, un paese che poche persone del “nostro mondo” saprebbero collocare su una cartina…
Questo episodio e tanti altri mi spingono ad essere qui: sono qui perché voglio essere ancora da qualche parte con qualcuno a cui forse la mia presenza farà piacere e che si ricorderà di quando sono stata “lì”.
Cognome: Pozzoli
Età: 23
Segno zodiacale: Ariete
Alter Ego: Clown Polpetta
Professione: Bella domanda… al momento direi… SCE!
Colore preferito: Rosso
Una parola che dici spesso: Accipicchia!
Una frase che ti descrive: “Infondo sono solo una marionetta sentimentale” (Charlie Chaplin)
Qualità: Vitale, schietta, positiva
Difetti: Permalosa, perfettina
Cose che ti piacciono: Le tagliatelle della nonna, il gelato al torroncino, le giornate di sole, pattinare al parco, il mare, le vacanze in campeggio, fare teatro, De Andrè, i Modena City Ramblers, i manga, le serate stupide e le chiacchiere serie con gli amici…
Cose che non ti piacciono: il pesce che sa di pesce, i posti “pettinati”, la metropolitana alle 8 di mattina, l’inverno milanese, la televisione (a parte qualcosina)…
La partenza si avvicina…come ti senti?
L’altro giorno pensavo che fra poco sarò dall’altra parte del mondo e, accipicchia, è difficile anche solo immaginarsi dove sia questo “dall’altra parte del mondo”… mi manca la percezione della distanza, so solo che io così lontano non ci sono mai andata… È un bel salto, fa un po’ paura… C’è entusiasmo, anche, c’è tanta voglia di scoprire, di conoscere, di sentire più vicino quello che da qui sembra infinitamente, troppo “lì”. Ragazzi, statemi dietro…ho la sensazione che ne vedremo di tutti i colori… anche di belle, spero!
Ma tu…perché sei qui?
Mi viene in mente il mio terzo cantiere in Bulgaria, agosto 2007… Ci tornavo dopo due anni. Il secondo giorno, duranti un’attività con i bambini, la ragazza con cui stavo lavorando, con la quale parlavo sempre in inglese, si volta verso di me e inizia tranquillamente a dirmi qualcosa in bulgaro… con tutta la mia buona volontà non capisco comunque nulla e la guardo un po’ stranita, alche lei se ne rende conto e, dopo una bella risata, mi dice in inglese: “Scusa, a volte mi sembra che tu sia sempre stata qui”. Sul momento mi sono emozionata parecchio e in seguito ci ho ripensato spesso… ho riflettuto su quanto poco costasse a me essere lì, semplicemente essere lì con loro, e quanto invece per loro fosse importante avermi lì a Rakovsky, un paese che poche persone del “nostro mondo” saprebbero collocare su una cartina…
Questo episodio e tanti altri mi spingono ad essere qui: sono qui perché voglio essere ancora da qualche parte con qualcuno a cui forse la mia presenza farà piacere e che si ricorderà di quando sono stata “lì”.
lale in poche parole
Nome: Alessandra
Cognome: Di Stefano
Età: 26 anni
Segno zodiacale: Pesci
Professione: educatrice
Luogo di nascita: Busto Arsizio
Luogo di destino: Cochabamba, Bolivia
Cognome: Di Stefano
Età: 26 anni
Segno zodiacale: Pesci
Professione: educatrice
Luogo di nascita: Busto Arsizio
Luogo di destino: Cochabamba, Bolivia
Compagno di viaggio: Matteo
Qualità: ascolto
Difetto: diffidenza, timidezza
Libri preferiti: Harry Potter, Il cacciatore di aquiloni, Il potere dei sogni
Cantante preferito: Jovanotti
Film preferito: Billy Elliot, Patch Adams
Colore preferito: Blu , Viola
Paese che vorrei visitare: Finlandia
Cibo preferito: Pizza
Mezzo di trasporto: Bicicletta
Cosa mi piace: sorrisi, sincerità e amicizia
Cosa non mi piace: bugie, indifferenza
Frase che dico più spesso: “Mamma Saura”
Qualità: ascolto
Difetto: diffidenza, timidezza
Libri preferiti: Harry Potter, Il cacciatore di aquiloni, Il potere dei sogni
Cantante preferito: Jovanotti
Film preferito: Billy Elliot, Patch Adams
Colore preferito: Blu , Viola
Paese che vorrei visitare: Finlandia
Cibo preferito: Pizza
Mezzo di trasporto: Bicicletta
Cosa mi piace: sorrisi, sincerità e amicizia
Cosa non mi piace: bugie, indifferenza
Frase che dico più spesso: “Mamma Saura”
La partenza...
30 luglio 2009
Milano, Caritas Ambrosiana
- Maurizio: "Per te abbiamo pensato al Congo. Non è che puoi darci una risposta entro domani sera?"
- (eeehhh? Domani sera? Nooo, certo che non posso!) "Bhe, magari se mi lasci un paio di giorni per decidere è meglio..."
3 Agosto 2009
Brebbia, camera mia
Ho deciso:SI, senza alcun dubbio, SI!
14 ottobre 2009
Milano
Ore 7.45: sveglia
Ore 8.00: cinque minuti di doccia calda per svegliarmi (almeno ci provo)
Ore 8.15: abbondante colazione con biscotti latte e caffè (riprovo a svegliarmi…)
Ore 8.30: esco di casa e prendo la 50…mmm…quanto traffico c’è???
Ore 8.45: noooo! Ho dimenticato il computer… arriverò tardi in caritas, ancora!
Ore 9.20: finalmente in caritas: “scusate il ritardo” (ma dai! mi sto abituando all’african time)
Ore 9.45: Paolo parla, parla, parla…ma cavolo (finalmente mi sono svegliata…): tra una settimana sarò in aereo: destinazione KINDU!
Ore 13.57: Sembrava così lontana la partenza, sembrava che non sarei mai partita, e invece -7: davvero incredibile…Non vedo l’ora che inizi, ma non avere fretta! Ci sarà tempo, tanto tempo, soprattutto a Kindu, ma tante sono anche le domande e i desideri che mi porto dietro in Congo.
Riprendendo le parole di un amico: "se è successo così fino adesso, immaginiamoci cosa succederà nel futuro! Ne vedremo delle belle. E' interessante, no? E' un'avventura."
E io ci sono.
E io ci sono.
Next Stop: KINDU
Una settimana esatta alla partenza: 7 giorni per salutare tutto ciò che sto per lasciare e per abituarmi all'idea che niente di quello che mi è conosciuto, famigliare, scontato lo sarà ancora nei prossimi mesi.
Kindu è la meta. La futura casa.
Ancora una volta mi troverò ad essere cittadina di un luogo che non avrei mai pensato. Ancora una volta troverò una casa in quello che mi era sconosciuto. Lontana dalla mia amata Terni!!!
La prima volta è stata Tunisi, poi Londra. Poi Phnom Penh.
In tutti questi luoghi ho trovato delle cose che mi hanno reso felice della mia scelta. Delle differenze, delle particolarità di cui sentivo la mancanza, pur non avendone mai avuto esperienza.
Ora Kindu: la ricerca continua. Ripartendo esattamente da dove l'avevo lasciata: un villaggio nella foresta.
La situazione si farà sempre più critica, non avendo mai vissuto senza luce né acqua per più di due giorni. Ma la cosa non mi spaventa, anche se diventerà la mia quotidianità!!!
Sono molto curiosa di vedere cosa mi aspetta, di imparare a sentirmi a mio agio in un posto così diverso, di conoscere gli abitanti e le loro abitudini e di instaurare quel rapporto amichevole e di curiosa cordialità di cui si può aver dono solo in certe parti del mondo.
Un anno e mezzo fa chiedevo di conoscere la sensazione che si prova nel diventare una persona diversa, sconvolta dall'esperienza e dotata di nuovi occhi.
Direi di essere stata abbondantemente esaudita (ed esaurita...) nelle (dalle) mie richieste, ma è stato decisamente più difficile del previsto.
Sto ancora imparando a focalizzare, ma credo di sentirmi tanto serena perché il cambiamento inizia a radicalizzarsi ed ora non è più quello che chiedo.
Ora voglio guardare al mondo con questi nuovi occhi e Kindu è con ogni probabilità l'estremo che mi mette in gioco. Ancora.
(E DE CHE TINTA!!!!!!)
LaMaria
Kindu è la meta. La futura casa.
Ancora una volta mi troverò ad essere cittadina di un luogo che non avrei mai pensato. Ancora una volta troverò una casa in quello che mi era sconosciuto. Lontana dalla mia amata Terni!!!
La prima volta è stata Tunisi, poi Londra. Poi Phnom Penh.
In tutti questi luoghi ho trovato delle cose che mi hanno reso felice della mia scelta. Delle differenze, delle particolarità di cui sentivo la mancanza, pur non avendone mai avuto esperienza.
Ora Kindu: la ricerca continua. Ripartendo esattamente da dove l'avevo lasciata: un villaggio nella foresta.
La situazione si farà sempre più critica, non avendo mai vissuto senza luce né acqua per più di due giorni. Ma la cosa non mi spaventa, anche se diventerà la mia quotidianità!!!
Sono molto curiosa di vedere cosa mi aspetta, di imparare a sentirmi a mio agio in un posto così diverso, di conoscere gli abitanti e le loro abitudini e di instaurare quel rapporto amichevole e di curiosa cordialità di cui si può aver dono solo in certe parti del mondo.
Un anno e mezzo fa chiedevo di conoscere la sensazione che si prova nel diventare una persona diversa, sconvolta dall'esperienza e dotata di nuovi occhi.
Direi di essere stata abbondantemente esaudita (ed esaurita...) nelle (dalle) mie richieste, ma è stato decisamente più difficile del previsto.
Sto ancora imparando a focalizzare, ma credo di sentirmi tanto serena perché il cambiamento inizia a radicalizzarsi ed ora non è più quello che chiedo.
Ora voglio guardare al mondo con questi nuovi occhi e Kindu è con ogni probabilità l'estremo che mi mette in gioco. Ancora.
(E DE CHE TINTA!!!!!!)
LaMaria
Istantanee di Mara
Eccovi alcune mie istantanee...sta a voi ricomporre il quadro.
Mara. 26 anni. Bollatese di nascita e di fatto. Mediatrice linguistica e culturale non praticante. Viaggiatrice con l'allergia ai turisti. Affascinata dalle diversità e dalle controcorrenti. Idealista alla ricerca di concretezza. Spiccata propensione all'indipendenza. Terribilmente curiosa e scrupolosa. Indole pacata ma battagliera all'occorrenza. Amante della sintesi (e questo penso si noti...). Adepta e convinta sostenitrice del commercio equo. Attualmente in missione SCE per conto di Caritas Ambrosiana.
Mara. 26 anni. Bollatese di nascita e di fatto. Mediatrice linguistica e culturale non praticante. Viaggiatrice con l'allergia ai turisti. Affascinata dalle diversità e dalle controcorrenti. Idealista alla ricerca di concretezza. Spiccata propensione all'indipendenza. Terribilmente curiosa e scrupolosa. Indole pacata ma battagliera all'occorrenza. Amante della sintesi (e questo penso si noti...). Adepta e convinta sostenitrice del commercio equo. Attualmente in missione SCE per conto di Caritas Ambrosiana.
sorrisi...
Milano, 14 ottobre 2009 h.14
6 giorni alla partenza, precisamente 138 ore, 8280 minuti, 496800 secondi.
I numeri mi piacciono, descrivono le cose, fanno chiarezza.
Ma le persone mi piacciono di più. Con i numeri non puoi sbagliare, invece le persone sono piene di contraddizioni, di sfumature, di pasticci combinati...esattamente come me. E con loro non puoi non sbagliare almeno una volta. Ma a volte, quando meno te l’aspetti, riesci a regalar loro un sorriso.
Parto per questo. Per un sorriso. Per regalarne qualcuno.
Non parto da sola, e questo rende questa avventura ancor più fantastica. Parto con Mara, un mondo al mio fianco da scoprire. C’è qualcuno che ci aspetta, Elisa, Igor e tutto un gruppo di persone con cui condividere il lavoro, i giorni belli e quelli che lo saranno meno.
Vado lontano (anche se non così tanto), in un mondo che non conosco e che forse all’inizio sarà difficile da capire. Parto senza gli amici e la famiglia, cercando di imparare a contare sulle mie risorse.
Persone. Parto per conoscerle, e così capire un po’ di più di me stessa.
6 giorni alla partenza, precisamente 138 ore, 8280 minuti, 496800 secondi.
I numeri mi piacciono, descrivono le cose, fanno chiarezza.
Ma le persone mi piacciono di più. Con i numeri non puoi sbagliare, invece le persone sono piene di contraddizioni, di sfumature, di pasticci combinati...esattamente come me. E con loro non puoi non sbagliare almeno una volta. Ma a volte, quando meno te l’aspetti, riesci a regalar loro un sorriso.
Parto per questo. Per un sorriso. Per regalarne qualcuno.
Non parto da sola, e questo rende questa avventura ancor più fantastica. Parto con Mara, un mondo al mio fianco da scoprire. C’è qualcuno che ci aspetta, Elisa, Igor e tutto un gruppo di persone con cui condividere il lavoro, i giorni belli e quelli che lo saranno meno.
Vado lontano (anche se non così tanto), in un mondo che non conosco e che forse all’inizio sarà difficile da capire. Parto senza gli amici e la famiglia, cercando di imparare a contare sulle mie risorse.
Persone. Parto per conoscerle, e così capire un po’ di più di me stessa.
139 ore, 30 minuti, 15 secondi.. e la lista delle cosa da fare!!
Nome: Matteo Solesin.
Di dove: Milanese, di origine venete.
Stato: Pronto a partire.
Destinazione: Bolivia.
Compagna di viaggio: Alessandra.
Countdown: sei giorni; una settimana meno un giorno; 139 ore, 30 minuti e 15 secondi…14…13…12…
Adesso è tempo del momento detto: “Sbatti pre-partenza”.Così come mi hanno confessato alcuni degli altri 13 MicaSCEmi, anche io ho una lista delle “cose da fare prima di partire”.
Ma ce la farò a fare tutto? Inoltre il tempo è sempre meno e le cose da fare inesorabilmente aumentano! Cmq inizio a mettere delle X.
Pranzo con la nonna: Fatto.
Vaccinazioni: Fatte.
Lista delle medicine: Fatta ma devo ancora andare in farmacia. Devo salutare alcuni amici, devo preparare l’ultimo giorno di formazione con Alessandra e Davide. Ancora devo leggere alcuni documenti importanti. Intanto, quando torno a casa, navigo nella mia stanza facendomi posto per riuscire a trovare il letto.
Manca ancora del tempo alla partenza: la variabile “t”. E’ vero, il tempo è relativo.
Alla fine alzerò lo zaino sulle spalle per partire e vivrò il momento classico di tutte le partenze: lo sguardo fiero, concentrato sul viaggio e sulla nuova esperienza. Lì, ci sarò solamente io, il mio zaino e all’orizzonte una città: Cochabamba. Una scatola a sorpresa piena di emozioni, storie e avventura.
La foto: sono pieno di energie e determinazione!Sono pronto, con Alessandra, sul trampolino del nuoto sincronizzato per effettuare un’esecuzione perfetta.
Ci diamo appuntamento a dopo il salto! Vi scriveremo delle nostre acrobazie attraverso racconti e foto. Ma l’acqua sarà fredda???Naturalmente vi faremo sapere anche questo!!!
- Matteo
Di dove: Milanese, di origine venete.
Stato: Pronto a partire.
Destinazione: Bolivia.
Compagna di viaggio: Alessandra.
Countdown: sei giorni; una settimana meno un giorno; 139 ore, 30 minuti e 15 secondi…14…13…12…
Adesso è tempo del momento detto: “Sbatti pre-partenza”.Così come mi hanno confessato alcuni degli altri 13 MicaSCEmi, anche io ho una lista delle “cose da fare prima di partire”.
Ma ce la farò a fare tutto? Inoltre il tempo è sempre meno e le cose da fare inesorabilmente aumentano! Cmq inizio a mettere delle X.
Pranzo con la nonna: Fatto.
Vaccinazioni: Fatte.
Lista delle medicine: Fatta ma devo ancora andare in farmacia. Devo salutare alcuni amici, devo preparare l’ultimo giorno di formazione con Alessandra e Davide. Ancora devo leggere alcuni documenti importanti. Intanto, quando torno a casa, navigo nella mia stanza facendomi posto per riuscire a trovare il letto.
Manca ancora del tempo alla partenza: la variabile “t”. E’ vero, il tempo è relativo.
Alla fine alzerò lo zaino sulle spalle per partire e vivrò il momento classico di tutte le partenze: lo sguardo fiero, concentrato sul viaggio e sulla nuova esperienza. Lì, ci sarò solamente io, il mio zaino e all’orizzonte una città: Cochabamba. Una scatola a sorpresa piena di emozioni, storie e avventura.
La foto: sono pieno di energie e determinazione!Sono pronto, con Alessandra, sul trampolino del nuoto sincronizzato per effettuare un’esecuzione perfetta.
Ci diamo appuntamento a dopo il salto! Vi scriveremo delle nostre acrobazie attraverso racconti e foto. Ma l’acqua sarà fredda???Naturalmente vi faremo sapere anche questo!!!
- Matteo
Il primo post, troppo onore
Il mio ultimo incontro con un blog di viaggio risale a due anni fa, durante l’estate passata in Siria. Assieme ad amici e compagni di università ne avevamo creato uno con le migliori intenzioni: raccontare il paese, descrivere le nostre impressioni, dare indicazioni ai ragazzi che volevano venire giù a studiare arabo. C’era anche chi parlava di fare reportage girando per il Medio Oriente.
Risultato: in oltre tre mesi non siamo andati oltre 9 post, scritti praticamente tutti nei primi dieci giorni. Senza nulla togliere a una memorabile descrizione degli interni dei bus damasceni, un mezzo fallimento.
E’ difficile vivere un’esperienza e allo stesso tempo raccontarla, oltre che farla comprendere a chi si trova a molti kilometri di distanza (anche le mail che mandavo a quel tempo risultavano ai più completamente sconclusionate). La pigrizia poi molto spesso ha il sopravvento..e poi, chi dopo un attacco di dissenteria ha voglia di mettersi a scrivere sul blog??
Però. Però poi ho riletto quelle poche righe che abbiamo lasciato ai posteri. Mi hanno riportato alla mente frammenti importanti di quell’esperienza, come l’acquario sopra il monitor del pc nell’internet cafè di fiducia, o l’insegna di un parrucchiere con la foto di Nek come testimonial. E i commenti ai post, perlopiù di insulti, mi hanno ricordato che qualcuno le nostre castronerie le leggeva davvero.
Posso partire da qui. Nel senso che dal 19 di ottobre sarò di nuovo in Medio Oriente, destinazione Amman. Ma qualcosa la si scriverà. Se poi qualcuno avrà anche la sfortuna di leggerla, questo è un altro discorso.
Davide
Risultato: in oltre tre mesi non siamo andati oltre 9 post, scritti praticamente tutti nei primi dieci giorni. Senza nulla togliere a una memorabile descrizione degli interni dei bus damasceni, un mezzo fallimento.
E’ difficile vivere un’esperienza e allo stesso tempo raccontarla, oltre che farla comprendere a chi si trova a molti kilometri di distanza (anche le mail che mandavo a quel tempo risultavano ai più completamente sconclusionate). La pigrizia poi molto spesso ha il sopravvento..e poi, chi dopo un attacco di dissenteria ha voglia di mettersi a scrivere sul blog??
Però. Però poi ho riletto quelle poche righe che abbiamo lasciato ai posteri. Mi hanno riportato alla mente frammenti importanti di quell’esperienza, come l’acquario sopra il monitor del pc nell’internet cafè di fiducia, o l’insegna di un parrucchiere con la foto di Nek come testimonial. E i commenti ai post, perlopiù di insulti, mi hanno ricordato che qualcuno le nostre castronerie le leggeva davvero.
Posso partire da qui. Nel senso che dal 19 di ottobre sarò di nuovo in Medio Oriente, destinazione Amman. Ma qualcosa la si scriverà. Se poi qualcuno avrà anche la sfortuna di leggerla, questo è un altro discorso.
Davide
giovedì 15 ottobre 2009
Partendo.
Rita mi fissa con la faccia della pietà. Crapino chino di lato e occhietti umidicci e sbarrati. La coda che fa avanti e indietro nervosa. Ho recuperato il morto e lei ha capito che sta per succedere di nuovo.
Gli indizi ci sono tutti: montagne di vestiti sparse in giro che non mi pare il caso di fare lo sforzo di infilare in cassetti e armadi, il frigo perennemente vuoto che sennò poi la roba va a male, chilometriche liste di cose da fare che diligentemente redigo e appunto qua e là, senza però fare nulla.
Gli indizi ci sono tutti: montagne di vestiti sparse in giro che non mi pare il caso di fare lo sforzo di infilare in cassetti e armadi, il frigo perennemente vuoto che sennò poi la roba va a male, chilometriche liste di cose da fare che diligentemente redigo e appunto qua e là, senza però fare nulla.
Il morto giace inerme in camera e Rita lo studia. Non si fida ancora di quel coso ma ne riconosce l’odore.
Lunedì 19 ottobre riparto per la Giordania. Il morto riprenderà ad essere né più né meno che una valigia da trascinarmi dietro. Rita resterà a casa a dormire acciambellata sul divano. Io avrò altre chiavi da aggiungere al mazzo, un altro comodino sul quale abbandonare libri che non leggo, un altro balcone sul quale seminare basilico che non uso. Altri gatti.
Ma poi torno, lo giuro.
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