sabato 19 dicembre 2009

Matteo y el mundo de los Quien

Pianeta Milano, ore 14.39.

E’ un pomeriggio nevoso d’inverno e la temperatura segna 3 gradi sotto zero.
Una settimana fa ero in Bolivia ed era estate, 35 gradi di giorno e 25 la sera. È proprio vero che non ci sono più le mezze stagioni!

L’11 Dicembre ho intrapreso il viaggio che dall’emisfero australe mi ha portato a quello boreale. Nonostante questo, il viaggio in aereo mi è sembrato un viaggio intergalattico che mi ha portato in un altro mondo.
Scendo le scalette e metto giù il piede a terra nella città in cui ho sempre vissuto: Milano.

Osservo.

Vado in tram, apro i giornali, parlo con i miei amici e guardo la televisione. Passo per il centro e sono travolto dalla corrente che entra ed esce dai negozi in cerca di un regalo per parenti e amici.

Rifletto.

Il Pianeta Milano mi sembra un mondo chiuso in se stesso dalle sue norme sociali. Così come le persone, restie all’incontro con l’altro e con il diverso, ubriachi di abbondanza..senza generalizzare..

Dopo un mese e mezzo passato nel Pianeta Bolivia mi sento di poter azzardare questa affermazione da ciò che ho letto studiando la storia e le statistiche del Pianeta; da quello che mi hanno raccontato Padre Eugenio e Padre Sergio, missionari religiosi; da quello che ho visto e vissuto. Alla fine sono comunque un abitante del Pianeta Milano, so' di non avere voce in capitolo!


Ricordo un mese fa ad Arani…
Siamo partiti alle otto e mezza dalla sede di Caritas Cochabamba. Abbiamo caricato 10 scatoloni di Maizena per anziani, 10 per bambini e 12 sacchi di semillas ( semi da piantare nel campo).
La Maizena è una farina precotta senza glutine che si ricava dall'amido di mais. L’impresa multinazionale Unilever ha donato un lotto in sovrapproduzione a Caritas Cochabamba che lo sta distribuendo al prezzo simbolico di due boliviani ( il prezzo di mercato è 15).
Arani si trova a sud di Cochabamba, è un piccolo paese a 2700 metri di altezza, interamente dedicato all’agricoltura.
Il progetto Mejorando la seguridad alimentaria di Caritas Cochabamba beneficia 140 persone tra differenti comunità.
Dopo una prima tappa dall’Alcalde di Arani, ci siamo recati alla comunità di Juzgado dove uomini donne e bambini ci stavano aspettando. Inizia l’appello. Chi è presente riceverà semi di mais ad “alto rendimento”. C’è chi firma e chi intinge il pollice nell’inchiostro e lascia la sua impronta come prova della sua presenza. Quasi tutti. Arriva una donna. Siamo al completo.
Io e Alessandra, con l’aiuto di alcuni bambini, scarichiamo la Maizena e la mettiamo sotto il portico che ci sta proteggendo dal sole.
Cintia spiega gli effetti benefici delle vitamine presenti nella Maizena e tutti ne comprano alcuni pacchi per gli anziani e alcuni per i bambini. Una volta pagata la somma a Don Pepe, Cintia ci fa segno di quanta Maizena dobbiamo distribuire. “ Tre per anziani e due per bambini! Due per Anziani e cinque per bambini!”. E intanto gli scatoloni si svuotano.
Dopo aver scaricato anche i sacchi con i semi e fotografato il momento della pesa, lasciamo che la comunità si organizzi per la suddivisione in parti uguali.
Andiamo a visitare un’altra comunità un po’ più inerpicata sulle montagne. Suoniamo il clacson affinchè vengano tutti a raccolta e fermiamo la macchina in mezzo alla strada. Don Pepe dialoga in Quechua con il capo villaggio e Cintia chiama a raccolta tutti i bambini. Su cinque sedie disponiamo cinque Kit per l’igiene orale con dentifricio, spazzolino e salviettina colorata. C’è anche una saponetta. I bambini vanno a lavarsi i denti al rubinetto installato da Caritas in un anteriore progetto che ha portato l’acqua alla comunità. Poi, Cintia e Alessandra applicano con cura il fluoro nei denti cariati de bambini.
Il capo del villaggio parla con Don Pepe in Quechua, ci sta dicendo che più in basso stanno organizzando un bloqueo ( una manifestazione di protesta che blocca la strada) e dobbiamo fare in fretta! A meno che non siamo disposti a fermarci ore ad aspettare che riaprano la strada.
Finiamo il lavoro consegnando anche le semillas e mangiamo patate, uova e mais bianco che ci offrono come ringraziamento.
Ritorniamo a Juzgado passando per un soffio dal bloqueo che si stava ancora organizzando. Ci stavano aspettano una donna e un uomo che ci offrono del Charque, ossia un miscuglio di carne secca, patate, riso, formaggio e uova. Il tutto accompagnato da Ciccia! Un liquore di mais, purtroppo responsabile di molti problemi in Bolivia. Non si può non accettare e diamo alcuni sorsi offrendone una parte alla Santa Tierra PachaMama.

Sto imparando quanto sia importante la Terra e quanto sia strettamente legata alla Vita.

venerdì 11 dicembre 2009

Hasta Pronto Hombres!

h 00.40
E' normale lavare i panni cinque ore prima di partire?
Ci siamo ridotte un pò tardi tra festa di despedida al Redes de Solidaridad, recupero bilancia dimenticata poi dal ferramenta (speriamo di starci dentro col peso..) , visite di amici giunti a salutare, visite ad amici da salutare e Ssimpatico autoinvito a cena della Jefa con famiglia a seguito..
Poi svuoto e lavaggio frigorifero, donazioni ai vicini, pulizie di piena estate, imballaggio di pacchi e pacchettini..
C'è chi lava le lenzuola imprecando contro la pioggia che dopo un mese di siccità ha deciso di cadere proprio in questo momento e chi si ingegna con giornali e plasticoni per portare rum integro al di là dell'oceano.
Chi propone di berselo direttamente con la coca e i lime avanzati..
Insomma.. tutto procede bene e siamo in forma.
Ma è proprio vero che stiamo tornando a Milano?

A presto gente!

giovedì 10 dicembre 2009

Permesso di soggiorno: ultimo episodio!

Dopo mille peripezie (vi risparmiamo tutti i passaggi intermedi perché vi vogliamo bene), allo scadere del nostro primo periodo qui (mancavano giusto giusto 48 ore), ce l’abbiamo fatta!!! Staremo sul suolo moldavo con tutte le carte in regola, abbiamo finalmente il permesso di soggiorno!!
La foto illustra la nostra felicità ieri sera…

lunedì 7 dicembre 2009

Solidarietà con i Palestinesi




Dopo esserci cimentate per due giorni in lavoretti artistici, i nostri fiori di carta velina e i vasetti decorati con le bandiere palestinese e libanese prendono forma...




... Oggi, nel nostro centro di Dbaye, abbiamo festaggiato la Giornata Internazionale della Solidarietà con il popolo Palestinese.


Un gruppo di donne musulmane di diversi campi profughi palestinesi ha incontrato alcune donne del nostro campo nell'ambito di un programma di scambio interreligioso. E dopo una breve presentazione individuale, si è avviata una conversazione libera sui propri ricordi e sulle storie legate alla Palestina. Alcune donne hanno espresso il desiderio di ritornare nella loro terra, mentre altre hanno sottolineato le condizioni di convivenza pacifica tra le componenti musulmane, cristiane ed ebraiche del popolo palestinese prima delle interferenze occidentali.


Poi ci siamo divisi in due gruppi per far visita a due persone anziane che, per motivi di salute, non hanno potuto partecipare all'attività.


... e finalmente è arrivato il momento della distribuzione dei nostri manufatti...




ps. anche se all'incontro c'erano solo donne, teniamo a condividere con voi la foto di Zaki, "il poeta del centro", che ci ha regalato una poesia sulla Palestina.

Maria Chiara e Raffaella


giovedì 3 dicembre 2009

Voci boliviane da Reportone

Quiero saber quien es

quien inventò y porque

tenemos que hacer...

IL REPORTONE!

p.s. licenza poetica sullo spagnolo...

martedì 1 dicembre 2009

Facce moldave da reportone

C'è chi gira per Damasco e chi...no!
Da notare l'abbigliamento provocante...

'Id, Damasco

La ‘Id Al Adha, o “Festa del Sacrificio”, è una delle feste più sentite dai musulmani, paragonabile per importanza alla Pasqua cristiana. La famosa cerimonia dello sgozzamento del montone ricorda il medesimo sacrificio rituale che Ibrahim (Abramo) fece per adempiere alla volontà di Dio. Commemorando le gesta di Abramo, arrivato quasi a sacrificare il suo unico figlio Isma'il pur di superare le prove divine, la ‘Id vuole celebrare la fede e la totale sottomissione a Dio. Durante questi giorni (i cosiddetti “giorni della letizia”) ogni forma di digiuno è severamente proibita, le famiglie si riuniscono per mangiare i tradizionali piatti di carne di agnello, e anche i più bisognosi non vengono dimenticati (partecipano ai banchetti o ricevono direttamente dalle famiglie una parte dell'animale macellato).

Per un turista occidentale, andare a Damasco durante i giorni di ‘Id può essere un esperienza alquanto surreale. La prima impressione è che la città sia anestetizzata. I negozi fuori dal centro sono tutti chiusi, per le strade si aggira solo qualche venditore ambulante con il suo baracchino di cianfrusaglie. I tassisti sono pochi e svogliati, per andare in qualunque parte della città bisogna rinunciare al rassicurante tassametro.

La città vecchia, soprattutto a partire dal pomeriggio, è invece l’esatto contrario. Una bolgia che comincia dal suq al-Hamidyie, sfavillante galleria ottomana dove si concentrano i negozi più eleganti della città, continua oltre la moschea Ommayade, epicentro dei festeggiamenti, e finisce a Bab Tuma, il quartiere cristiano dove si condensa la movida damascena. I tradizionali ristoranti, all’interno di stupende case con cortile, registrano alla sera il tutto esaurito. Con i negozi ufficialmente chiusi, ogni metro quadrato disponibile viene preso d’assalto da banchetti e carretti ambulanti: oggettistica religiosa, giocattoli per bambini e paccottiglia d’importazione, ma anche pannocchie lessate, succhi di mora e limone, fave, falafel e caramelle gommose.

Torme di bambini, adolescenti e giovani camminano scanzonati per i vicoli, rincorrendosi avanti e indietro tra la folla. C’è anche chi si spruzza con la schiuma da barba, chi cerca disperatamente di incunearsi tra la gente con un pratico e maneggevole SUV 4x4 - i più temerari hanno parcheggiato nei pressi della moschea - oppure chi si lascia prendere eccessivamente la mano dal clima di euforia (assistiamo in un solo giorno a ben tre risse, fatto più unico che raro a Damasco).

'Id, un prologo

Decidiamo di partire per Damasco giovedì. Andiamo di buon passo alla stazione di ‘Abdali, in attesa di uno di quei fantastici taxi che per 11 dinari ti portano fino in Siria. Aspettiamo fiduciosi che il solito procacciatore di turisti ci abbordi con la domanda di rito: “’A-Shaam?” (per Damasco?). Invece niente. La piazza è silenziosa in una maniera inquietante; domani (venerdì) comincia la ‘Id, ci dicono, nessuno si muove dalla città.

Continuiamo, la vacanza in Siria non può proprio essere rimandata. Con qualche dinaro in meno in tasca rispetto al previsto, alla fine riusciamo a partire ugualmente. La strada si estende rettilinea, monotona, e attraversa il deserto giordano lasciandosi alle spalle minuscoli villaggi. Il tassista, tra una telefonata e l’altra, a un certo punto ci indica delle case di pietra diroccate. E un cammello.

"Lo vedi quello?" - ci dice - "E’ per la ’Id. La gente si sta preparando. Compra cammelli, mucche o montoni. Se in casa si è in tanti fratelli il cammello è la cosa migliore, anche se è una grossa spesa. Si può arrivare a spendere anche 1.500-1.800 dinari [stessa cifra in euro]. Mettiamo invece che i fratelli sono cinque. Con 1.200 dinari si comprano una mucca, la fanno macellare e poi la distribuiscono a tutti, anche ai poveri. Altrimenti se uno è da solo può scegliere di prendersi un montone a 200 dinari. E’ la soluzione più comoda, soprattutto in città. Ne stavo giusto parlando con mio fratello al telefono, così trovo tutto organizzato al mio ritorno domani ad Amman."

venerdì 27 novembre 2009

Foto di gruppo con Metropolita

Ecco la delegazione ambrosiana accolta dal Sua Santità Petru, Metropolita di Bessarabia.
(da sin: Elisa, Chiara, Lorenzo, Sua Santità Petru, Sergio, parinte Vasile, Mara)


mercoledì 25 novembre 2009

Nebbia 2

A Malpensa sembrava tutto regolare ma, dopo essere saliti a bordo del bus che ci doveva portare dal gate all'aereo, ci hanno fatto scendere. In Moldova c'è nebbia. "Ci scusiamo, ma l'aeroporto di Chisinau non è attrezzato per l'atterraggio strumentale...si naviga a vista". Ne riparliamo tra un po'.
Gli italiani, interessati a concludere affari (loro), erano piuttosto innervositi ("ma come è possibile?!?", "vogliamo la verità!!", "io non ho tempo da perdere").
I moldavi, giustamente, rimangono piuttosto impassibili. D'altra parte non c'erano alternative oggettive. Non hanno ancora inventato una norma aggiusta/accorcia/prescrivi NEBBIA.
Poi, improvvisamente, si parte!

Igor, Elisa, Chiara e Mara ci accolgono in aeroporto e, con un paio d'ore di ritardo sulla rigorosa tabella di marcia ambrosiana, iniziamo il nostro percorso.

Oggi Cania. Una delle sedi dell'edizione 2009 dei Cantieri della Solidarità, di un doposcuola-CAG gestito interamente da 16 volontari locali (età max, dei volontari, 17 anni!) e di un home care per gli anziani del villaggio, aiutati dagli stessi volontari che sono colmi di risorse.

Anziani e bambini, spesso figli di emigrati. In Italia. Lo dico spesso, lo so. Ma non mi stancherò mai di ricordare che, se nel 2001 i moldavi nel Belpaese erano 4000, nel 2008 hanno toccato quota 100.000. Per lo più donne, mamme. Che spesso si occupano dei nostri nonni o dei nostri figli.
Qui a 13 anni si è già grandi e ci si prende cura dei nonni altrui o dei bimbi che hanno il sacrosanto diritto di essere piccoli almeno fino a 12 anni.
Dopo, è tutta un'altra storia.

venerdì 20 novembre 2009

One flew on the cuckoo's nest

Ho fatto un tuffo in un film!
Ma era la realtà!
Reparti quadrangolari, bianchi, sudici.
Stanze a vista e bagni senza porte.
Odore di piscio e sudore.
Uomini seminudi poco abituati al saluto.
Due camere di contenzione per i più pericolosi (sono troppo arretrati e non hanno abbastanza fondi per potersi permettere macchinari lussuosi come il nostro antico elettroshock).

Una gentile infermiera con orgoglio ci ha condotto tra i sentieri dell' unico ospedale psichiatrico di tutto il Nicaragua.
170 posti, 70 residenziali...
Ci ha mostrato il reparto emergenze, l'armadietto dei farmaci...un paio di scatole di Risperdal e di Sereupin..

Non ci sono i fondi per i farmaci, quelli che hanno sono donazioni di case farmaceutiche..

Attraverso le sbarre che separavano l'infermieria dal reparto dove vive 24 ore della sua giornata senza mai poter uscire, Soida mi ha rivolto la sua parola sottile, quasi senza suono.
Come ti chiami?
Perchè sei qui?

martedì 17 novembre 2009

Vite nell'acquario

Sette anni e mezzo. Più cinquemila dinari di multa.

Leggevo le labbra, senza sentire cosa dicessero.
Sara parlava con loro, urlando nella cornetta per farsi sentire al di sopra delle urla delle guardie.
Pesci nell'acquario. Gli occhi vivi, i sorrisi aperti di chi è DAVVERO contento di vederti. Perchè non ha nient'altro da fare che aspettare te. Tutto il giorno, per sette anni e mezzo.

Non ci sono foto in questo post, perchè per andare a fare visita alle detenute non puoi portare nulla con te. Lasci lì quindici minuti della tua vita. Hai in cambio tutta la loro.

domenica 15 novembre 2009

Prima partita



Ero nella piscina di Quillacollo con i lupetti degli Scout di Cochabamba, mi arriva un messaggio sul cellulare, tutto era già organizzato:

Ore 20.00

Ciudad del Niño

2700 metri S.l.m.

Si gioca a calcio.

4 squadre, ogni due gol si cambia

uno stereo pompava nella cancha ( il campo da calcio) musica commerciale da discoteca

Ed ecco che mi preparo per l’evento:

pantaloncini

scarpe da ginnastica

e naturalmente maglietta dell’ITALIA!

Ero già pronto per dare spettacolo, vuoi mettere? Io sono italiano, nato nella patria del calcio!
Ahimè non ho fatto i conti con il fattore ambientele, non avevo mai corso seriamente da quanto sono arrivato in Bolivia e ne ho pagato le spese.

Risultato:

spompato dopo il primo scatto e mi sono ritirato in porta…

…per la cronoca.. almeno 3 partite le abbiamo vinte.. quelle perse, purtroppo, non si contano :)

sabato 14 novembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

Indovinello

Oggi prima attività tutta nostra all’appartamento sociale!
Dovevate vederci “parlare” in rumeno. Ma i gesti possono più di mille parole e quindi…
Non vi sveliamo nulla, indovinate dalle foto.
PS Se Marta capisce non vale perché parte avvantaggiata!





mercoledì 11 novembre 2009

GiordanItalia nrZero

Prime Nostalgie...




Sono ormai passati 50 giorni dall'inizio del nostro servizio civile, 22 dalla partenza per il Nicaragua e 9 dal ritorno della nostra amata Elisa (SCE precedente) in Italia.
La Eli è stata per noi una fantastica traghettatrice di anime, ci ha condotto sulle rive del nuovo mondo, tra indios e banani giganti, pipian, pitaya, naranjilla e nacatamales.
Si è dedicata a noi con tutta se stessa attraverso vari e improbabili rapporti nica: con i taxisti, con i responsabili dei progetti locali, con la trece, con la signora della venta, con i pandilleros del barrio, con il nostro mandante supremo Davide Caritas Ambrosiana, con i vari personaggi che ci hanno sistemato casa, con tutta la gente che fin'ora abbiamo incontrato.
Fin da quella prima colazione della domenica in cui è partita si è cominciato a sentire un vuoto nella nostra casetta, ma la presenza della Eli si è radicata nei nostri cuori così profondamente da assumere forma propria..














lunedì 9 novembre 2009

IL MIRACOLO




Ragazzi e ragazze, compagni SCE e amici, famiglie e responsabili tutti!


(tipica introduzione di un discorso ufficiale a Kindu)


IL MIRACOLO E' COMPIUTO!




Abbiamo trovato un internet point che "funziona", e ci permette di rimanere in contatto con il mondo.


Qua tutto ok, tra presentazioni domenicali di fronte a centinaia di persone (con saluto da parte nostra in swahili e conseguente folla in delirio) e pasti tradizionali (l'odore della manioca ha ormai invaso la nostra casa e i nostri letti e i nostri vestiti e ogni cosa ci circondi senza abbondonarla più) finalmente questa settimana entreremo nel vivo del progetto.




Vi faremo sapere


Intanto le foto (!!!) della nostra prima cena in casa (dopo 2 settimane dall'arrivo) e dell'ingresso di casa.




Da notare che la finestra in primo piano E' casa. Non c'è altro, né a destra, né a sinistra, dietro.


E la foto della cena è stata scattata a casa di Silvia e Giuliano.. noi uno spazio così non lo abbiamo neanche mettendo insieme le 2 camere e la sala/ingresso/sala da pranzo/veranda!!!


Baci a tutti
Le foto non sono dove vorremmo, ma OVVIAMENTE ci si accontenta.....
A presto (???)
LeDeuxMaries (la barzelletta di kindu, nonché entita non meglio definita, ma che ci regala una gran popolarità!!!)

venerdì 6 novembre 2009

Vivere sani

Girando per le vie di Amman capita a volte di imbattersi in banchetti curiosi. Come quello che vende succo di canna da zucchero. Il gestore ne prende una e te la trita al momento, facendola passare nel macchinario che potete vedere qui a fianco.

Ora, sapevo che i succhi di frutta fanno generalmente bene all'organismo; ma questo è niente in confronto agli effetti benefici che questa bevanda ammanita avrà sul vostro corpo. Traducendo direttamente dall'inglese giordano, e chiedendo venia per eventuali errori:

- sostegno sessuale (??)
- abbassamento del colesterolo
- prevenzione dell'arteriosclerosi
- pulizia del torace (intestino?)
- miglioramento della vista
- prevenzione della tensione nervosa
- prevenzione di dolori alle articolazioni
- attivazione della circolazione sanguigna

Nel dubbio, io l'ho provato. A parte il gusto, che comunque non è niente male, vi saprò dire qualcosa in più nei prossimi giorni. Attendo fiducioso.

giovedì 5 novembre 2009

BAMBINI SI NASCE?


L'articolo 1 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo dice che "tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti", tutti d'accordo?
Claro que si!
Il problema è che un bambino che nasce a Nueva Vida non ha gli stessi diritti ne la stessa dignità di un bambino italiano. Perchè?
3 opzioni: 1- è meno bambino dell'italiano
2- in Nicaragua diritto e dignità vogliono dire altre cose
3- la Dichiarazione dei diritti dell'uomo vale solo per chi l'ha dichiarata

Oggi è arrivata una donna a lactancia materna a prendere il latte per suo figlio.
Si ma non quello vero, quello che mi hanno regalato!
REGALATO?????
E da quando si regalano bambini??!!
Ci sono un paio di cose che mi sfuggono...
I bambini che conosco io hanno dei giochi, piangono quando si sbucciano le ginocchia, fanno i capricci per una caramella, sanno dare i baci e non mangiano la minestra.
I bambini di Nueva Vida fanno la fila davanti al ranciòn per un piatto di riso scotto, si divertono se gli canti una canzone, hanno un solo vestito oltre la divisa della scuola e hanno madri poco più che bambine.

Credo che il mondo abbia dei gravi problemi di salute, anche se ancora non ho capito quale delle due parti del pianeta sia quella più gravemente malata...

Franci (non polpetta, l'altra!)

prime dal Congo

Lo sapevamo: la comunicazione è molto complicata.
Riusciamo a ricevere notizie dalle Maria's via telefono (a volte solo se ci chiamano loro dal cellulare locale).
Ma grazie a Maffi, appena rientrato da Kindu, e senza il loro consenso, pubblichiamo qualche istantanea del loro inserimento in Congo.
Ci dicono che proveranno a scriverci qualche mail postabile sul blog.
In attesa del loro punto di vista, lasciamo spazio alle immagini.
Naturalmente, squaraus a parte, stanno bene e salutano tutto il gruppo SCE!

Maria's
casa Caritas

vicini di casa
piroga

riunioni ufficiali
happy hour

Una nuova amica..

Alla fine della Misa Campesina l'atmosfera è di festa,
tutti sono rigenerati e alleggeriti dalle fatiche quotidiane, si scambiano saluti e informazioni sulle ultime novità delle rispettive vite, e anche noi salutiamo alcuni volti familiari ma siamo un pò spaesate..
Si avvicina una signora del quartiere che ci invita a casa sua!
All'inizio non capiamo e la Fra dice "No no, stiamo andando a casa, viviamo qua vicino".
Però è una signora anzianotta dall'aria buona e difficilmente ci potrà accadere qualcosa di male seguendola, quindi decidiamo di andare.
Lungo la strada ci racconta di essere spagnola e di vivere in Nicaragua da nove anni, ci mostra la sua casa, ci presenta il cane e le persone che vivono con lei..
Poi ci augura buona serata, un che le vaia bien, e ci congeda..
Per qualunque cosa vi serva o in casi di emergenza sapete la strada per casa mia..

I bimbi di Nueva Vida bevono latte Nestlè


E' una cosa che ci ha incuriosite da subito, da quando abbiamo iniziato a preparare le "bolsitas de leche" che tutte le mattine consegnamo alle madri del progetto Lactancia Materna. Per darvi un'idea delle quantità, l'anno scorso sono state distribuite più di 30.000 dosi...


Ci sembrava una contraddizione enorme che un progetto del genere si appoggiasse a una marca come la Nestlè, famosa per tutta una serie di azioni decisamente poco etiche, tra le quali anche le modalità in cui "publicizza" il suo latte in polvere nei paesi del terzo mondo...

Abbiamo domandato a Rosa, la responsabile, il perché e lei ci ha risposto semplicemente che "No hay opciòn", non c'è scelta: la sola marca di latte in polvere che esiste in Nicaragua è la Nestlè...


Siamo rimaste senza parole...

Accipicchia, allora è questo un monopolio...

Sembrerà una scemata, ma è la prima volta che mi rendo conto di cosa significa davvero...è la prima volta che mi ci trovo dentro e non lo leggo su un giornale, dove sembra solo una parola astratta, distante... è stata veramente un'esperienza rivelatrice.
Fra

lunedì 2 novembre 2009

Presentazioni ufficiali

Giusto per dare un po' di ufficialità al vostro gruppo,
abbiamo preparato una pagina di presentazione sul sito istituzionale.
A breve sarà pronta anche una fotogallery della formazione.
Buona settimana a tutti!
Sergio

venerdì 30 ottobre 2009

News dal Libano

Ciao a tutti ragazzi, mi dispiace non aver scritto prima, ma sono in serie difficoltà con il blog. Ma non si poteva trovare qualcosa di più semplice???

giovedì 29 ottobre 2009

El Corte del Pelo




Una volta battezzati, ai bambini boliviani non vengono tagliati i capelli ( el pelo) fino al primo anno di vita.
E’ stato compito di Padre Sergio, padrino della bellissima Barbara, di scegliere le migliore ciocche da mettere in vendita ai presenti.
C’eravamo noi, l’abuela di Barbara ( la nonna! ), la tia ( la zia), Martina, il papà Feliz, la mamma Irene, la segretaria Tania, Ivo e naturalmente il padrino Sergio.
La quinta e la sesta ciocca sono state nostre in cambio di un’offerta in bolivianos per Barbara!
Una volta completata l’opera Barbara ha aperto i suoi regali e noi abbiamo fatto una buona merenda con le torte di Irene.
Il risultato non è stato dei migliori ma finalmente Barbarà non soffrirà più di caldo! Qui in Bolivia inizia l’estate.. e la povera Barbarita ha aspettato fino ai due anni per il primo taglio.. che liberazione!

Permesso di soggiorno: episodio 1

Non so come si stiano ritrovando gli altri SCE con la burocrazia dei Paesi in cui sono ospiti, ma noi ci siamo già entrate in pieno: viste le esperienze piene di problemi dei volontari che ci hanno preceduto, abbiamo deciso di intraprendere subito il nostro lungo cammino insidioso alla conquista del permesso di soggiorno (tanto da rinunciare oggi alla nostra prima visita all’Appartamento sociale di Orhei, fulcro del nostro lavoro di volontarie presso il partner locale Diaconia).

Per ogni straniero intenzionato a soggiornare nel paese per più di 90 giorni, una volta superato il controllo in aeroporto e ottenuto il timbro del visto sul passaporto, ha inizio un conto alla rovescia: si hanno 60 giorni di tempo per preparare una lista chilometrica (vi risparmio l’elenco…) di documenti di varia natura. Si potrebbe pensare: bè, ma ti danno due mesi di tempo per prepararli! E invece, è proprio lì che sta il tranello: illudersi che di tempo ce n’è a sufficienza e che i funzionari siano lì pronti ad aspettare te per agevolarti nella trafila.
Difatti, abbiamo trascorso le tre ultime giornate di servizio in ospedale, a confonderci tra lunghi corridoi, piani, scale, e fare visita (più che farci visitare) da fisiatri, radiologi, psicologi, ginecologi, neurologi, dermatologi, infettivologi, per giungere alla fine al “grande capo” che fuma in ospedale e ha un arredamento completo (inclusa tv, divano, tappeto e arazzo sul muro) nel suo studio. In fin dei conti, possiamo dire di aver fatto un check up completo e una bella immersione nella sanità “made in Moldova”!

Scopriamo così che in Moldova sono dei grandi appassionati di timbri, di passaggi di soldi “sottobanco”, di allegri scavallamenti di code, della varietà più disparata di analisi cliniche (qui devi farla a comando!), di ogni genere di incartamenti svolazzanti tenuti insieme con la colla stick, di pezzettini microscopici di cotone idrofilo che dovrebbero bastare a tamponare bucherellamenti vari e di pulizie a ripetizione effettuate con tanto di slalom dello straccio malconcio. Ma scopriamo anche quanto tutti siano desiderosi di sapere cosa ci facciamo qui, di mostrare la loro conoscenza dell’Italia e dell’italiano, mentre noi italiani nemmeno sappiamo dove sia la Moldova.

martedì 27 ottobre 2009

Shock culturali

Supponete di dover attraversare il deserto giordano. Supponete di farlo con la macchina di un collega giordano. Supponete che il collega giordano voglia allietare l'infinito viaggio attraverso il nulla con della musica.
Fatto?

Ecco, ora supponete che, dopo i Backstreet Boys e i Metallica, dallo stereo esca un 'pappaparapappaparapappaparapappà' familiare. E poi 'DORMIRE'. Pappaparapappaparapappaparapappà. 'SALUTARE'. pappaparapappaparapappaparapappà.

Ecco, io, al GiocaJouer, in pieno deserto giordano, non ci ero mica preparata.

sabato 24 ottobre 2009

QUALE IMPRESA!!!!

...e che ansia!!!!
Tutti avete scritto tanto, noi abbiamo accumuli di storie incredibili da raccontarvi e zero connessione e zero tempo...... COME FACCIAMO (in queste maledette tastiere francesi non esiste il punto interrogativo!!!!!! ... vorremmo tanto metterlo, ma non lo troviamo..... UFF!!!)

Comunque: in attesa di arrivare a domani (soprattutto) e all'internet point, vi diciamo che siamo finalmente a Kindu, che stiamo bene, che sono due giorni che cerchiamo di pulire casa (ben 20 mq), senza pero' averla vinta su terra e zanzare......

Qui tanto caldo, tanto nero (BUIE le notti africane...), ma, come era indubbio, TANTO TANTO RIDERE!!!!!!!

Domani prima traversata del fiume Congo in piroga.... FIGHISSIMO!!!
Speriamo di farvi sapere e vedere presto...

Intanto Buona Giornata ( o Buona Notte)

Tre testate (tipico saluto congolese, da quello che abbiamo capito)

Ve volemo bene!!!
Marias e il buon Maffi

venerdì 23 ottobre 2009

Prima cena! Pollo con Yucca e chayote!


All'aereoporto di Malpensa c'era tanta gente,
amici, fidanzati, genitori..
Saluti e auguri a tutti e poi via!
Pensavi, sull'aereo, di avere finalmente un pò di tempo per realizzare che stai lasciando un mondo per un anno intero..
Ma è impossibile: si chiacchiera col vicino di posto ( chi più chi meno, vero Fra?:), si guardano i film proiettati per animare il viaggio del passeggero, si legge, si guarda il tramonto fuori dal finestrino (finalmente!! Dopo 16 ore di sole anche per noi arriva la sera!) si dorme..
Poi si arriva!
Un bagno turco ci accoglie!
E' l'aria di Managua!
Primo segno..ma dove siamo?
All'aereoporto c'è Don Reinaldo ad aspettarci.. con semplicità prende le valige, le carica su un camioncino, ci porta a casa!
Casa!
Poco il tempo per guardarsi intorno, notare con qualche residuo di sorpresa che il "dentro casa" e il patio sono separati solo da una persiana di paglia.. decidere che stanza prende chi e fiondarsi a letto.....Qui sono le nove de la tarde ma in Italia sono le cinque del mattino, un pò di stanchezza si sente!
Dopo poche ore giunge il giorno, colazione, lava i panni del viaggio, a mano..wowowow..qualche mail a casa e tuffo in giro a Managua per le varie commissioni pratiche!
Col taxi son risate, quattro straniere, appetitosi polli da spennare!!
Ma grazie a Elisa, ex sce in Nicaragua qui con noi per un pò, impariamo subito l'arte della contrattazione!
Quello che succede dopo è un bagno di colori.
Il Nicaragua ha i colori dei pappagalli..ovunque, case, autobus, mototaxi..
Fuori dal finestrino immagini che avevi visto solo nei libri, e poi quelle foglie giganti.. su cui puoi quasi sdraiarti..
Si comincia a capire dove siamo..ma non lo diciamo troppo ad alta voce..
Il giorno dopo ci aspetta Nueva Vida..
Ce ne hanno parlato tanto nei giorni di formazione, è un quartiere alla periferia della capitale, sorto sulla riva del lago di Managua, per accogliere gli sfollati in seguito all'uragano Mitch..

Finalmente ci siamo arrivate, l'abbiamo vista.. ma è presto per descriverla..

Tengo in mente il proverbio maya raccontatoci da Davide in quel primo giorno di formazione, quando del Nicaragua conoscevo solo la collocazione geografica e un pò di storia..

..Sono stato un mese in America Latina, ho capito molte cose!
Ci sono stato un anno, ho capito ancora più cose!
Ci ho vissuto una vita intera..
non ho capito niente..


E noi?

Per ora ci accontentiamo di capire la lingua!!
Che non è poco!
Vero Moldove? ;)

Il trolleybus


Oggi è stata una giornata importante. O meglio, è stata una giornata normalissima, ma, proprio per questo, significativa per me e Mara. Elisa era fuori Chisinau e per la prima volta ci siamo dovute muovere da sole in questa città ancora così sconosciuta.

Andare in ufficio è probabilmente la cosa più facile del mondo (la fermata è appena dopo una rotonda gigantesca, se non ti addormenti non puoi proprio non vederla), ma il fatto di muoversi in mezzo a tanta gente che parla una lingua, anzi due, che proprio non conosci mette un po’ di tensione. Appena salite sul trolleybus, la bigliettaia si avvicina come sempre.

Io: “Doua” e per sicurezza sollevo anche indice e medio (non sono per nulla certa della mia pronuncia anche se ho angosciato Elisa per 10 minuti per impararlo bene)

Lei: “pokfalkshfnlkcfoac wsjehnfnl dllanwdu, va rog”

Io: (e adesso che faccio?!? Che ha detto? Non sono pronta! ) “Doua bilete” (non sono certa che biglietto si dica così, ma tanto vale provare)

In quel momento si avvicina anche Mara e indica (col santo dito che è diventato indispensabile per indicare ciò che non sappiamo come dire, quindi praticamente tutto) che i biglietti sono per noi due.
Questo risolve i dubbi della bigliettaia che ci porge i biglietti e ci liquida con uno sguardo un po’ scocciato. Ma a noi non importa, possiamo andare in ufficio!!!

Chiara e Mara

Dal letame nascono i fior...


Secondo giorno di lavoro e primo giro nel barrio Nueva Vida...
Fango, case di lamiera circondate dalla chureca (discarica), odori della fogna a cielo aperto che ti prendono lo stomaco...La pobreza ti si para davanti senza alcuna mediazione: è forte, forte davvero, la prima immagine di Nueva Vida...

Entriamo nel cortile di una casa per parlare con una madre del progetto Lactancia Materna, che si occupa di bambini 0-3 anni con seri problemi di denutrizione. La casa è poverissima, ma c'è una cosa che mi colpisce: accanto al cancelletto d'ingresso è appesa una mezza bottiglia di plastica, con dentro della terra e qualche fiore boccheggiante per il caldo...e penso a come sia un piccolo segnale del desiderio di mantenere una dignità, di rendere la propria casa accogliente anche se vivi a un passo dalla discarica e non hai nulla, nemmeno i soldi per dar da mangiare ai tuoi figli...

Elisa ci ha detto che è importante notare queste piccole cose: è importante per te, per non lasciarti sopraffare da quello che hai intorno; è importante per le donne, perchè si sentono valorizzate nel loro impegno e forse la loro (in genere bassissima) autostima guadagna qualche punto...

Lo so, mi è uscito un post pesantuccio...scusatemi, ma mi sembrava una cosa bella da condividere...


In realtà ci sono successe anche un sacco di cose divertenti!
Ve ne racconto solo una: l'altro giorno siamo andate in banca ad aprire un conto a nome mio. A un certo punto l'impiegata ci chiede chi deve scrivere come beneficiario; diamo il nome dell'altra Francesca e Elisa ci spiega:

"così nel caso in cui tu fossi malata lei può venire a prelevare"

E l'impiegata, tranquillissima:

"no, non in caso di malattia: se tu muori lei può venire a ritirare tutto..."

Evvai! Beh, la situazione era un pò macabra, però ci siamo fatte una bella risata!

Ciao SCE...a presto e buon cammino!


mercoledì 21 ottobre 2009

"Baba, ci sono gli immigrati!"

Shabab, abbiamo l'onore del primo post dall'estero!!

Si potrebbe partire da questo, dal figlio di 6 anni del nostro padrone di casa, che vedendoci arrivare dalla strada grida alla famiglia "baba, al muhajiriin!" (papa', ci sono gli immigrati!). Ora, chiunque in Italia si sarebbe un po' imbarazzato a ricevere un appellativo simile; noi, invece, sotto sotto siamo molto contenti di non esser stati ancora considerati degli ajnabi (stranieri).

L'avventura è cominciata molto presto. Forse prima del previsto, se consideriamo che la nostra cara Sce 2009 Sara ci ha raggiunto con un ritardo di 24ore. Risultato: ad attenderci all'aeroporto di Amman abbiamo trovato un "omino" di nome Farah, ora nostro collega. Immaginatevi 100 kg di uomo montati su 1,80m che, alle 3 del mattino, cerca di farsi riconoscere tenendo in mano un microscopico biglietto da visita col logo Caritas. Allo stesso modo, anche la casa Caritas è immensa (ci vuole un megafono per comunicare da una parte all'altra). E, prese le misure con la casa, adesso cominciamo a prenderle anche con il lavoro che ci aspetta. Con calma, senza fretta. Molto alla giordana.

Se a Roma si fa come i romani, ad Amman si fa come gli ammaniti.

A presto,
Marta e Davide (e Sara)

P.S. Un in bocca al lupo a tutti gli Sce, aspettiamo vostre news!!

venerdì 16 ottobre 2009

PARTENZA


Ciao a tutti,
sono in partenza per il Libano. Lavorerò in un campo profughi palestinese. Ancora non me ne rendo conto. Sto per toccare con mano e stabilire un contatto diretto con luoghi, personaggi e tematiche che mi hanno tanto appassionata, e anche travolta. VOGLIO CAPIRE quello che ho letto e studiato (sono reduce di una tesi sulla guerra civile libanese 1975-90!). E poi non vedo l’ora di lasciarmi affascinare e stupire dai sottili meccanismi e dalla ferrea logica della lingua araba.
Ma non sono solo le passioni che mi porto in valigia. Ci infilo anche tante speranze. Come la speranza che l’esperienza in una periferia, in una situazione di estremo disagio, possa servire a liberarmi dalle mie schiavitù mentali. O la speranza che, dopo tanta teoria, possa realizzare qualcosina di più concreto.
….questa è la mia partenza emotiva!
Ciao a tutti,
sono Maria Chiara, una delle due volontarie in partenza per il Libano. Sarò impegnata in un progetto che coinvolge adolescenti ed anziani nel campo profughi palestinese di Dbaye, a nord di Beirut, e cercherò di dare il massimo.
Nella promessa di scrivere spesso per raccontarvi alcuni episodi e dettagli della mia avventura, vi saluto tutti.

Me medesimo


Giorgio Brizzi


Età: 27

Sesso: Maschio

Segno zodiacale: Vergine

Professione: servizio civile all’estero

Ubicazione: Nairobi, Kenya

Studi effettuati: laurea triennale in “scienze criminologiche per la sicurezza e il controllo sociale”

Preferenze musicali: Pearl jam, Alice in chains , Soundgarden, Stone Temple Pilots, Led Zeppelin Deep Purple, Jethro Tull, Bob Dylan , Phil Ochs, Leonard Cohen, Van Morrison , Tom Waits , J.B. Bach, The Smiths, De andrè….

Sport praticati: 11 anni di pallacanestro.

Preferenze culinarie: spaghetti allo scoglio, carbonara, gnocchi alla sorrentina, pizza, pollo agli agrumi, torta Sacher.

Preferenze letterarie:Tomas Mann, William Blake, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Jules Verne, Philip Dick, Stefano Benni, Valerio Evangelisti, Arturo Perez Reverte.

Preferenze filosofiche:J.P. Satre, Bertrand Russel, Immanuel Kant, Platone, Socrate.

Cosa mi piace: il sole
Cosa non mi piace: mah…bò… dipende

Hola amigos!


Hola amigos!
Cari amici vi stringo la mano:
sono Francesca e vengo da Basiano!
Mi presento un pochino, giusto per dirvi chi sono
E farvi capire in due parole
ciò che amo e che non amo.
La noia è la più grande nemica che ho,
per questo cerco di fare di tutto e un po’
Mi piace stare con gli altri, mi piace la gente,
trovo che ognuno ha un non so chè di divertente!
Mi piace cantare, mi piace sognare,
suono la chitarra ma non so per nulla ballare!
La mia più grande passione? il caffè!
Ne berrei veramente fino a quando ce n’è…
Seconda in classifica metterei la lettura:
libri seri, giocosi, di qualunque tipo o misura.
E infine amo decisamente il viaggiare:
per me è impressionante il fascino di andare…
partire, scoprire, vedere, toccare
andare lontano per poi anche tornare.
Ci sono un sacco di cose, poi, che mi fanno arrabbiare
Per esempio l’arroganza di chi si crede superiore…
Non mi piace chi va di fretta e non ha tempo da dedicare
Credo che il mondo sia troppo vasto per lasciarselo scappare!
Ci sarebbe ora la parte di tutti i miei difetti…
Ma lasciamoli perdere, neanche voi siete perfetti!
Mi concentro sul mio viaggio e penso al Nicaragua
Ai profumi, ai sapori, alla gente di Managua…
Provo a spaziare col pensiero e la fantasia
Parto davvero contenta e quello che deve essere sia!

Terra!!!

Chi sono? Desirèe, per gli amici desy o desuska..









Dove vado?
Alla scoperta del nuovo mondo.
Che già una volta fu scoperto ma necessita di essere scoperto ancora!
Destinazione El guis, Nueva vida!

Perchè?
... eeeeh..ma che domanda!
Si sa no? No!! Ma credo, essenzialmente, per riempire la valigia..con quella, poi, ci vai dappertutto.

Eccomi! Francesca intervista Francesca.


Nome: Francesca
Cognome: Pozzoli
Età: 23
Segno zodiacale: Ariete
Alter Ego: Clown Polpetta

Professione: Bella domanda… al momento direi… SCE!
Colore preferito: Rosso
Una parola che dici spesso: Accipicchia!
Una frase che ti descrive: “Infondo sono solo una marionetta sentimentale” (Charlie Chaplin)
Qualità: Vitale, schietta, positiva
Difetti: Permalosa, perfettina

Cose che ti piacciono: Le tagliatelle della nonna, il gelato al torroncino, le giornate di sole, pattinare al parco, il mare, le vacanze in campeggio, fare teatro, De Andrè, i Modena City Ramblers, i manga, le serate stupide e le chiacchiere serie con gli amici…
Cose che non ti piacciono: il pesce che sa di pesce, i posti “pettinati”, la metropolitana alle 8 di mattina, l’inverno milanese, la televisione (a parte qualcosina)…

La partenza si avvicina…come ti senti?
L’altro giorno pensavo che fra poco sarò dall’altra parte del mondo e, accipicchia, è difficile anche solo immaginarsi dove sia questo “dall’altra parte del mondo”… mi manca la percezione della distanza, so solo che io così lontano non ci sono mai andata… È un bel salto, fa un po’ paura… C’è entusiasmo, anche, c’è tanta voglia di scoprire, di conoscere, di sentire più vicino quello che da qui sembra infinitamente, troppo “lì”. Ragazzi, statemi dietro…ho la sensazione che ne vedremo di tutti i colori… anche di belle, spero!

Ma tu…perché sei qui?
Mi viene in mente il mio terzo cantiere in Bulgaria, agosto 2007… Ci tornavo dopo due anni. Il secondo giorno, duranti un’attività con i bambini, la ragazza con cui stavo lavorando, con la quale parlavo sempre in inglese, si volta verso di me e inizia tranquillamente a dirmi qualcosa in bulgaro… con tutta la mia buona volontà non capisco comunque nulla e la guardo un po’ stranita, alche lei se ne rende conto e, dopo una bella risata, mi dice in inglese: “Scusa, a volte mi sembra che tu sia sempre stata qui”. Sul momento mi sono emozionata parecchio e in seguito ci ho ripensato spesso… ho riflettuto su quanto poco costasse a me essere lì, semplicemente essere lì con loro, e quanto invece per loro fosse importante avermi lì a Rakovsky, un paese che poche persone del “nostro mondo” saprebbero collocare su una cartina…
Questo episodio e tanti altri mi spingono ad essere qui: sono qui perché voglio essere ancora da qualche parte con qualcuno a cui forse la mia presenza farà piacere e che si ricorderà di quando sono stata “lì”.