A Malpensa sembrava tutto regolare ma, dopo essere saliti a bordo del bus che ci doveva portare dal gate all'aereo, ci hanno fatto scendere. In Moldova c'è nebbia. "Ci scusiamo, ma l'aeroporto di Chisinau non è attrezzato per l'atterraggio strumentale...si naviga a vista". Ne riparliamo tra un po'.
Gli italiani, interessati a concludere affari (loro), erano piuttosto innervositi ("ma come è possibile?!?", "vogliamo la verità!!", "io non ho tempo da perdere").
I moldavi, giustamente, rimangono piuttosto impassibili. D'altra parte non c'erano alternative oggettive. Non hanno ancora inventato una norma aggiusta/accorcia/prescrivi NEBBIA.
Poi, improvvisamente, si parte!
Igor, Elisa, Chiara e Mara ci accolgono in aeroporto e, con un paio d'ore di ritardo sulla rigorosa tabella di marcia ambrosiana, iniziamo il nostro percorso.
Oggi Cania. Una delle sedi dell'edizione 2009 dei Cantieri della Solidarità, di un doposcuola-CAG gestito interamente da 16 volontari locali (età max, dei volontari, 17 anni!) e di un home care per gli anziani del villaggio, aiutati dagli stessi volontari che sono colmi di risorse.
Anziani e bambini, spesso figli di emigrati. In Italia. Lo dico spesso, lo so. Ma non mi stancherò mai di ricordare che, se nel 2001 i moldavi nel Belpaese erano 4000, nel 2008 hanno toccato quota 100.000. Per lo più donne, mamme. Che spesso si occupano dei nostri nonni o dei nostri figli.
Qui a 13 anni si è già grandi e ci si prende cura dei nonni altrui o dei bimbi che hanno il sacrosanto diritto di essere piccoli almeno fino a 12 anni.
Dopo, è tutta un'altra storia.
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