
Decidiamo di proseguire, la nostra meta finale è il lago al-Assad poco più a Nord. Riusciamo a farci portare alla stazione degli autobus, e con 25 centesimi a testa prendiamo la strada per la città di ath-Thaura, fiduciosi di poter trovare un ostello di un qualche tipo. Il pullmino sgangherato corre sulla strada piena di buche. Siamo dentro in dodici e mi tengo lo zaino sulle ginocchia, mentre una litania coranica ci tiene compagnia durante il viaggio.





E poi arriva la cena. Pollo con riso speziato, hommos (la crema di ceci), verdure, pane arabo, e naturalmente tanto tè. Un classico dell’ospitalità araba, ma sempre gradito. Hanno preparato tutto le donne di casa ma non si fanno vedere: in quanto maschi e in quanto non appartenenti alla famiglia (essere stranieri poco importa), ci è consentito mangiare solo con gli uomini della famiglia. Solo quando mi alzo per andare a lavarmi le mani nel cortile le vedo, sorridenti ne sedute in cerchio a discutere e mangiare tra di loro. Alcune di loro fumano sigarette, cosa che nella cultura beduina non viene considerata sconveniente.


N.B.: Ringrazio Dimitris per le belle foto che potete vedere, è stato lui a documentare il viaggio
che brividi questo racconto mediorientale al 100 % .. mi manca tutto questo!!
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