giovedì 7 ottobre 2010

con le valigie già pronte

Quando sono tornata dalla Thai ho avuto x un po' di tempo il rifiuto per tutto ciò che mi circondava..tutto mi sembrava così sbagliato..così esagerato..e io mi sentivo così a disagio e fuori posto..sì uscivo con le solite persone con cui esco sempre però mi sembravano così diverse da me..come se io non c'entrassi niente con loro e infatti riuscivo a raccontare ben poco di tutto quello che ho visto e vissuto..insomma avrei fatto volentieri le valigie per tornare a Takuapa..anzi le valigie erano già pronte..


ma poi in questi giorni ho parlato con un'amica che è stata a Zanzibar..lei, pur avendo vissuto una vacanza da turista, mi ha detto che aveva apprezzato la semplicità e la capacità di essere felice per le piccole cose..in un primo momento mi sono innervosita pensando..ma cosa vuoi che ne sappia questa che è stata in un villaggio turistico a zanzibar..non ha visto il sorriso di Kamande e non ha camminato per le strade di un villaggio morgan..poi però mi sono ritrovata a pensare cosa mi insegnano queste tre settimane di cantiere..io non posso trasferirmi a Ranong o a Kahawa perchè la mia vita almeno x adesso è qui..e non posso pretendere di salvare davvero la vita a nessuno dei cafasso o dei bimbi birmani..quindi..perchè sono andata in Thai o a Kahawa?cosa ho imparato scegliendo di non fare tre settimane al mare, a Mombasa o a Phuket?


in tutti i giorni che vivo c'è almeno un motivo x alzarsi dal letto al mattino quando suona la sveglia e vorresti lanciarla fuori dalla finestra..anke se magari solo x un momento di sicuro ogni giorno penso..meno male che mi sono alzata..vuoi perchè riesco a capire anche solo un passaggio di una dimostrazione..vuoi x il rapporto bello che sto instaurando con mia sorella in questo periodo..o x una chiacchierata con un'amica..ma nessuna giornata è sprecata..anche se, è vero, la valigia è sempre pronta..


Maddalena Villa

Dall'alto: camera con vista di Anna Perego, Adelina e Guendalina Bla Bla di Ileana D'Incecco, Momenti di gloria di Beatrice Malasoma

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